Il caso
Atr 72, pene quasi estinte ma nessuno le ha scontate
Per i 7 condannati stanno per scadere i tempi per le carcerazioni
BARI - Tra poco più di due mesi saranno «estinte» tre delle sette pene inflitte ai responsabili del disastro aereo dell’Atr 72 della Tuninter, che si spezzò in tre parti ammarando nel golfo di Palermo il 6 agosto 2005, costando la vita a 16 persone.
L’anniversario della tragedia di 19 anni fa ricorre oggi e, come ogni anno, si terrà una celebrazione eucaristica nella parrocchia di San Sabino al termine della quale, alla presenza dei familiari delle vittime, sarà deposta una corona di fiori presso la stele nel parco Perotti che ricorda le 16 vittime dell’Atr 72 partito da Bari, in direzione Djerba in Tunisia, e precipitato nelle acque siciliane.
Un anniversario che rinnova il dolore anche per non aver avuto giustizia fino in fondo.
Per il disastro di Capo Gallo, infatti, sono state inflitte sette condanne irrevocabili nei confronti di piloti e tecnici. Sette imputati, tutti tunisini (attualmente nel loro Paese) accusati a vario titolo, di disastro colposo, omicidio colposo plurimo e lesioni colpose gravissime e condannati a pene comprese tra i 6 anni e 8 mesi e i 5 anni e 8 mesi di reclusione. La sentenza della Cassazione, che ha reso quelle sette condanne irrevocabili, risale a giugno 2013. In particolare il comandante Chafik Gharby è stato condannato a 6 anni e 8 mesi. La pena di 6 anni di reclusione è stata inflitta al pilota Ali Kebaier, il direttore generale della Tuninter Moncef Zouari e il direttore tecnico Zoueir Chetouane. Condannati a 5 anni e 8 mesi il responsabile del reparto di manutenzione Siala Zouehir; il meccanico Nebil Chaed e il responsabile della squadra manutenzioni Rhouma Bal Haj.
La convenzione di cooperazione giudiziaria italo-tunisina non prevede l’estradizione e, per questo, per tutti loro la magistratura siciliana ha emesso mandati di arresto europeo qualora avessero lasciato il suolo africano. In applicazione di quel provvedimento, nel 2015 in Austria venne fermato l’ex direttore generale della Tuninter, Zouari Moncef, durante il controllo del passaporto ma, rilasciato su cauzione, tornò in Tunisia. Nel 2018, poi, fu arrestato in Francia il tunisino Ali Kebaier Laasoued, presto rilasciato perché nella richiesta di estradizione il ministero della Giustizia italiano commise un errore nell’invio della documentazione.
Nessuno dei sette colpevoli del disastro aereo, quindi, ha mai scontato la condanna e per qualcuno di loro (i tre condannati a 5 anni e 8 mesi) la pena si estinguerà già a ottobre 2024. La norma prevede, infatti, che dopo una sentenza irrevocabile - che in questo caso risale a giugno 2013 - la pena venga dichiarata estinta (non il reato, ma la solo la reclusione) quando sia trascorso il doppio della condanna. In questo caso dopo 11 anni e 4 mesi. Per i tre condannati a 6 anni di reclusione questo termine si raggiungerà a giugno 2025, tra meno di un anno, nel ventennale della tragedia. Per il solo comandante le pena si estinguerà a ottobre 2026, a 13 anni e 4 mesi dalla pronuncia della Suprema Corte. Occorrerà fare calcoli precisi, ma tra qualche tempo i colpevoli di quella tragedia potranno lasciare la Tunisia senza il rischio di finire in cella. Saranno uomini liberi.