Il caso
Bari, aggressioni a carabinieri, vigili e poliziotti: il lavoro in divisa tra sputi, calci e minacce
Domenica feriti due militari del Nucleo radiomobile intervenuti per sedare una rissa. Un uomo in preda ad una crisi di nervi si è scagliato contro gli agenti delle Volanti
BARI - È caccia aperta allo «sbirro». Sputi, calci, pugni e minacce. Le aggressioni alle forze dell’ordine in servizio e durante le attività di controllo aumentano, ogni settimana in maniera allarmante.
Un esempio? In sei diversi interventi eseguiti nelle ultime quattro settimane, dai carabinieri del Nucleo radiomobile del Comando provinciale, dai poliziotti della Sezioni volanti dell’Ufficio prevenzione generale e soccorso pubblico della Questura, da agenti del pronto intervento della Polizia locale di Bari, dagli agenti della Polizia penitenziaria in servizio nella Casa circondariale di Bari, una decina di uomini sono tornati alla «base» dopo aver subito aggressioni fisiche, violenze verbali, minacce.
Nei casi più gravi si è proceduto a denunciare o arrestare gli aggressori (due gli arresti delle volanti, uno da parte della Municipale di Bari) per resistenza, minacce e lesioni a pubblico ufficiale. Più nel dettaglio citiamo i casi che hanno destato maggior clamore perché le aggressioni sono state consumate sulla pubblica via e tra la gente.
Domenica scorsa un gruppo di cittadini stranieri, con troppo alcool nel sangue, ha inscenato una rissa al crocevia fra Corso Italia e via Sagarriga Visconti. Calci, pugni e manganellate equamente divise. A dividere i litiganti, finendo per prendere qualche colpo proibito due carabinieri del Nucleo radiomobile che insieme ai colleghi, componenti di due distinte pattuglie, hanno dovuto sudare le proverbiali sette camicie per riportare la calma. I rissaioli non si sono fermati neppure davanti agli uomini in divisa. Per i due miliatri prognosi di 7 giorni.
Stesso comportamento tenuto mercoledì scorso a Poggiofranco, in viale Papa Pio XII, da un sessantenne barese con precedenti penali che al richiamo di un agente della Polizia locale che gli intimava di ricomporsi dopo averlo sorpreso ad espletare i propri bisogni corporali davanti ad un negozio in pieno giorno, ha reagito colpendo il vigile con una testata e diversi pugni in pieno volto per poi darsi alla fuga. È stato bloccato da alcuni agenti intervenuti a manforte del collega che dopo il ricovero in ospedale è stato dimesso con una prognosi di due settimane.
Gli agenti della Squadra Volan te della Questura hanno arrestato con l’accusa di resistenza un uomo fermato per strada mentre andava in escandescenza, in un forte stato di tensione, che durante il trasporto in ospedale per un controllo sul suo stato di salute ha aggredito gli agenti. Un secondo arresto è stato eseguito a carico di un giovane che ha forzato un posto di blocco.
Hanno dovuto fare ricorso alle cure dei medici (10 giorni di prognosi a testa) anche due agenti della Polizia penitenziaria in servizio nel carcere di Bari presi a pugni e calci da un detenuto di 30 anni con problemi psichiatrici. Sono stati i rappresentanti delle sigle sindacali Sippe e Sappe a denunciare l’accaduto, spiegando che il detenuto si sarebbe rifiutato di far rientro in cella dopo l'ora di socialità, gettandosi a terra e scalciando contro gli agenti.
Abbiamo fatto un elenco parziale parlando delle aggressioni più gravi. Già perché ci sono una serie di attività di servizio per così dire minori, ma non meno importanti che troppo spesso danno la stura a reazioni violente da parte di chi viene sottoposto ad un controllo o un intervento. Le statistiche disegnano un quadro sempre più preoccupante. Alti sono i rischi che vivono gli uomini e le donne delle forze di polizia mentre lavorano per mantenere l'ordine pubblico e il controllo del territorio. Le aggressioni spaziano da attacchi fisici diretti a episodi di resistenza durante controlli, operazioni contro la criminalità, manifestazioni ed eventi sportivi. Questi attacchi non solo mettono a rischio la sicurezza degli agenti coinvolti, ma minano anche l'autorità delle istituzioni.
Il tema dei numeri e delle carenze di organico riaffiora dopo ogni episodio di violenza subita. I sindacati di categoria sollevato la questione della necessità di maggiori assunzioni anche in vista dei pensionamenti di un organico con un’età media in costante crescita. Nel complesso in Italia mancano oltre 22mila tra carabinieri e agenti della Polizia di Stato. Quanto alla Polizia penitenziaria, secondo i dati riportati nelle schede trasparenza del Ministero, aggiornate al 2024, manca il 16% delle unità previste in pianta organica In totale il personale effettivamente presente è pari a 31.068.