Criminalità

A Bari torna l’incubo delle spaccate: due colpi in pochi minuti

Luca Natile

Tutto nel Murattiano, presi di mira un panificio e un emporio. Bottino magro, ma molti danni

BARI - Spacca, arraffa e fugge. Tutto in 60 secondi. Torna l’incubo degli spaccavetrine. Ci rimettono il panificio Pupetta in via Cairoli e l’emporio Half Store nella vicina via Abate Gimma. Il ladro ha forzato gli ingressi dei due locali, arraffato il contenuto dei registratori di cassa per poi fuggire con un magro bottino, poco più di 30 euro complessivi e qualche prodotto per la casa. Prende piede l’ipotesi che dietro i due colpi ci sia la stessa mano. Da quello che si è saputo, infatti, nelle immagini del sistema di videosorveglianza attivo nella zona appare un solo soggetto.

Ieri mattina la co-titolare del panificio, Elisa Mucaliaj ha affidato al suo profilo Facebook la denuncia pubblica di quello che era accaduto alla sua attività. La saracinesca del locale piegata da un piede di porco e come didascalia il commento sarcastico «Sei felice sei a Bari! La focaccia di Pupetta va a ruba anche di notte».

Per sbloccare la saracinesca incastrata nel suo binario e poter rientrare nel locale Elisa ha dovuto chiedere l’intervento dei Vigili del fuoco. Giovanni Di Serio, presidente dell’Associazione italiana panificatori Confcommercio di Bari e Bat, presidente del Consorzio focaccia barese e titolare con Elisa della «Pupetta» si è detto molto preoccupato e nella sua dichiarazione alla «Gazzetta» spinge, gli investigatori a «non trascurare tutte quelle valutazioni che vanno aldilà del danno materiale e che devono indurci a prendere in considerazione l’ipotesi che dietro queste spaccate, non così frequenti in attività di ristorazione come i panifici, possa esserci la volontà di intimidire i proprietari per poi ricattarli con richieste estorsive. Non bisogna trascurare nessun scenario».

«Noi panificatori - aggiunge Di Serio - trattiamo prodotti poveri. Niente gioielli, telefonini o costosi capi di moda. Difficile pensare che gli autori di queste spaccate puntino alle nostre merci o alle monetine lasciate nei registratori di cassa. Temiamo possa esserci di più. Come rappresentate della categoria cercherò di sensibilizzare i colleghi affinché si porti nella prossima assemblea di Confcommercio una proposta di intervento a sostegno della sicurezza. Ad esempio un servizio di ronda e vigilanza, come accadeva un tempo, a manforte del lavoro svolto da Polizia e Carabinieri.»

Le telecamere sulla strada hanno immortalato un giovane in bermuda, dall’aspetto in qualche misura curato, non un barbone dunque, che forzava la serranda della panetteria poco prima dell’una di notte. Potrebbe essere la stessa persona che poco dopo è entrata nell’emporio Half Store per portare via poche monetine e qualche prodotto per la pulizia della casa. Sul bilancio delle due attività commerciali peseranno più che i 30 euro complessivi spariti dai registratori di cassa le riparazioni per i danni alle saracinesche e alle porte di ingresso.

Virtuosi dello sfondamento, con la tecnica di esecuzione detta «smash and grab» (spacca e afferra), abili anche nello scassinare saracinesche, questi ladri spaccavetrine aprono brecce nelle vetrine e una volta all’interno dei negozi arraffano quello che riescono a infilarsi nelle tasche per poi allontanarsi a piedi.

Esecuzione rapida, minimo rischio e spese zero. La spaccata con furto non richiede grande abilità criminale. Gli autori sono per lo più ladri poveracci che occupano il gradino più basso della catena alimentare del piccolo crimine.

Vivono di espedienti e stanno per strada in quelle zone sul lungomare o nei pressi della stazione centrale che in certe ore della notte diventano luoghi di ritrovo e consolazione per stranieri in cerca di lavoro, spacciatori a caccia di clienti, diseredati, barboni. Presenze senza una identità, invisibili, diseredati, che si confondono nel viavai della gente comune. Il cuore della città così diventa periferia nella quale si consumano vite e reati.

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