il fatto
Bari, al via il processo per il docente aggredito dal papà di una studentessa
La vicenda risale al 23 settembre 2022, teatro dell’aggressione l’istituto Ettore Majorana del quartiere San Paolo. Respinta la richiesta di messa alla prova per il papà violento
BARI - Respinta la richiesta di messa alla prova per il papà violento, un pregiudicato 35enne del quartiere San Paolo, imparentato con un noto boss del clan Strisciuglio, imputato per l’aggressione al professore della figlia, una studentessa adolescente dell’istituto Ettore Majorana.
Ieri, nell’udienza preliminare dinanzi alla gup Susanna De Felice, la difesa del 35enne ha tentato la strada della messa alla prova ma il giudice non ha accolto la richiesta. E così l’uomo, assistito dall’avvocato Giuseppe Giulitto, ha scelto il rito abbreviato. Stessa scelta processuale ha fatto il coimputato 30enne, difeso da Rosita Vigneri, l’amico di famiglia che quel giorno accompagnò il padre a scuola. L’udienza di discussione è già fissata per il 10 ottobre. I reati contestati sono interruzione di pubblico servizio e lesioni. Ieri in aula si è costituito parte civile il professor Vincenzo Amorese, vittima dell’aggressione, assistito dall’avvocato Renato Bucci.
La vicenda risale al 23 settembre 2022, pochi giorni dopo l’inizio dell’anno scolastico. Teatro dell’aggressione l’istituto Ettore Majorana del quartiere San Paolo. Qualche settimana dopo, il 12 ottobre, il padre violento finì agli arresti domiciliari (libero dopo tre mesi).
L’uomo non ha mai negato l’aggressione, peraltro immortalata dalle immagini delle telecamere di videosorveglianza della scuola e raccontata oltre che dalla vittima anche da alcune colleghe insegnanti testimoni oculari. Ha però ricostruito quello che è accaduto quella mattina nel tentativo di dare una spiegazione al gesto, motivandolo come una reazione a un messaggio inviatogli dalla figlia in cui si parlava non meglio precisate «attenzioni» da parte del docente. Questa parte dell’inchiesta si è chiusa con l’archiviazione. Il professore, cioè, che ormai lavora in Lombardia dve si è trasferito dopo un periodo di malattia per «timore di ritorsioni», non ha mai avuto comportamenti molesti davanti agli studenti.
Quella mattina in classe il docente - ha spiegato nella denuncia - aveva «redarguito più volte l’alunna entrata in ritardo alla seconda ora senza essere autorizzata, poiché creava disturbo al regolare svolgimento della lezione». I rimproveri erano stati inutili al punto che la studentessa «aveva iniziato a incitare i suoi compagni di classe a non seguire la lezione». Il professore «si era quindi visto costretto a redigere una nota scritta disciplinare nei suoi confronti sul registro».
Terminata la seconda ora, poi, mentre era in un’altra classe, il docente «notava aprire con irruenza la porta di accesso all’aula e contestualmente veniva invitato ad uscire in corridoio da un uomo». Appena varcata la soglia dell’aula «l’uomo gli si poneva frontalmente e gli diceva “professore non ti permettere mai più di fare una cosa del genere” afferrandolo per le spalle, iniziando a schiaffeggiarlo violentemente al punto da fargli perdere l’equilibrio e da provocargli una sensazione di stordimento».
L’aggressore, poi identificato nel padre 35enne della studentessa che aveva ricevuto la nota, avrebbe continuato a minacciare il docente dopo averlo picchiato, per poi allontanarsi solo a seguito dell’intervento del personale della scuola. I video e i racconti di alcuni docenti testimoni, hanno confermato la dinamica dell’aggressione, ora contestata all’uomo in concorso con l’amico che lo aveva accompagnato a scuola e con il contributo morale, come istigatrice, della stessa studentessa (nei confronti della quale procedono i magistrati minorili).