l'interrogatorio
Bari, la verità di Palermiti jr: il figlio del boss in lacrime confessa due omicidi e chiede «scusa»
L’interrogatorio inedito: «estraneo al clan». «Mi sono trovato coinvolto nel 2017 in tutto questo casino». «E' la mia famiglia» «Non è che i genitori si scelgono»
Bari - È un Giovanni Palermiti a tratti in lacrime quello che, in quasi sette ore di interrogatorio, davanti ai magistrati Antimafia, racconta «la verità sui fatti che mi sono addebitati» e vuole «chiedere anche scusa alle istituzioni, a voi». Il figlio 48enne del boss di Japigia, il capo clan Eugenio Palermiti «il nonno», è un fiume in piena. Nega di aver mai partecipato agli affari illeciti del clan capeggiato da suo padre, ma confessa due omicidi: quello di Nicola De Santis, l’ultimo della «primavera di sangue» di Japigia, avvenuto il 12 aprile 2017; e l’agguato ai fratelli Walter e Alessandro Rafaschieri del 28 settembre 2018 in cui morì il primo e il secondo rimase ferito (per il quale in primo grado è stato condannato all’ergastolo).
È stato lui stesso a chiedere di essere interrogato, dal carcere di Secondigliano dove è detenuto. Il 29 gennaio scorso, per quasi sette ore, interrotte da momenti di commozione, Giovanni Palermiti ha raccontato i fatti che negli ultimi anni gli hanno «stravolto la vita», sfogliando anche un taccuino di appunti.
«IO SEMPRE FUORI DA TUTTO» - Il racconto del figlio del boss parte dal 6 marzo 2017, quando a poche decine di metri da casa di suo padre fu assassinato in un agguato mafioso Giuseppe Gelao e fu ferito il cugino Antonino Palermiti. Prima di allora aveva sempre lavorato come macellaio, restando fuori dal clan. «Non faccio parte di questa organizzazione criminale, io non sono affiliato, so cosa vuol dire ma sono sempre stato fuori da tutto. Ho sentito parlare di queste affiliazioni, di queste cose qua, ma io non sono affiliato a nessuno. Mio padre mi ha sempre tenuto fuori da tutto. Non so perché i collaboratori di giustizia dicono che sono affiliato, questo non è vero. Da quando sono successi i fatti di Antonino, l’omicidio di Gelao e il suo ferimento, molti mi hanno visto nel quartiere e per questo dicono che sono affiliato, ma io lavoravo alla macelleria. Io mi sono trovato coinvolto nel 2017 in tutto questo casino qua. Solo in quell’anno è successo, diciamo quello che è successo, però io negli anni indietro sono stato sempre fuori da tutto, io stavo alla macelleria».
«QUEL 6 MARZO HA CAMBIATO TUTTO». «Ho sbagliato e mi assumo le mie responsabilità - ha detto Palermiti ai pm Fabio Buquicchio, Ettore Cardinali e Federico Perrone Capano -, però...
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