I retroscena
Estorsioni mafiose al porto di Santo Spirito, parla una vittima: «Listino prezzi, minacce e intimidazioni»
Circa cinquanta le persone nel mirino di Domenico Sidella, il pluripregiudicato del clan Diomede Mercante finito in carcere insieme ad altri due complici
BARI - «Il servizio di guardiania è passato nelle mani di Mimmo che si è autoproclamato guardiano del porto e ha da subito iniziato a pretendere una quota mensile per l'ormeggio. Se non dovessi versare queste somme, il mio gozzo potrebbe subire dei danneggiamenti se non addirittura venire affondato. Chi vuole stare tranquillo paga». Sono le parole di una delle vittime di Domenico Sidella, il pluripregiudicato del clan Diomede Mercante finito in carcere per le estorsioni al porto di Santo Spirito.
I carabinieri, durante le indagini partite da una segnalazione anonima, hanno identificato tutte le possibile vittime di Sidella e dei suoi complici e quasi tutte hanno confermato l'esistenza di un racket gestito del boss 52enne. I pescatori conoscevano bene il «listino prezzi» di Sidella, da 10 a 100 euro al mese. «Verso la somma di 10 euro dal mese di maggio al mese di settembre – ha spiegato uno degli armatori ascoltati dagli investigatori - mentre nei restanti mesi la quota da versare è di 15 euro. Tali quote le verso perché non voglio avere problemi al mio gozzo. Sono consapevole che se non dovessi versare la quota mensile, dovrei togliere la barca dall'ormeggio di Santo Spirito e attraccarla in altra marineria perché sono a conoscenza che chi si è rifiutato o si rifiuta di pagare, riceve dei "dispetti" alle imbarcazioni come affondamenti, furti a bordo e dei motori».
L'inchiesta, coordinata dalla Dda di Bari, ha documentato una cinquantina di vittime, nessuna delle quali ha mai denunciato. In carcere, oltre Sidella, sono finiti nei giorni scorsi i suoi due presunti complici Antonio Navoni e Raffaele Altieri di 46 e 59 anni, che avrebbe avuto il compito di riscuotere il «pizzo», mentre a tenere la contabilità sarebbe stata la moglie del boss, la 46enne Caterina Santoro (agli arresti domiciliari).
Uno dei pescatori, proprietario di un gozzo ormeggiato «da trent'anni», ha raccontato agli investigatori che «da sempre, nel porto di Santo Spirito, c'è stata la figura di un guardiano che era solitamente un soggetto a noi conosciuto, che si prestava ad effettuare un servizio di vigilanza notturna dietro un nostro compenso».
«Il servizio, pagato volontariamente dai possessori di gozzi e barche presenti nel porto, era finalizzato ad evitare furti dei o sulle barche. Da qualche anno, alla morte dell'ultimo guardiano, tale servizio è svolto da un soggetto che conosco con il nome di "Mimmo". Quest'ultimo inizialmente si era offerto per svolgere detto servizio di guardiania e pertanto versavamo, sempre su base volontaria, una piccola quota di 10 euro per i soli mesi invernali. Attualmente le quote che versiamo a Mimmo sono aumentate di 5 euro e vanno versate anche per i mesi estivi. Non vi è una giornata ben precisa per versare l'importo, l'importante è che il pagamento avvenga nel mese di riferimento. Verso la predetta somma di denaro volontariamente, ma sono anche consapevole che se non dovessi versarla potrei subire delle conseguenze».
Il «sistema Sidella» è stato ricostruito allo stato modo da tutti i pescatori e proprietari di barche. Anche da chi si sarebbe rifiutato di pagare, subendo vari danneggiamenti. «In un caso in particolare – ha raccontato un testimone -, la barca venne affondata con il motore a bordo mentre, nell'altro caso, fu danneggiata mentre era in manutenzione. Nel terzo caso mi è stata riempita di acqua mentre era ormeggiata e pertanto è affondata. L'opinione dei pescatori in genere su questi avvenimenti è che io ho subito tali danneggiamenti in considerazione del fatto che non verso alcuna quota di denaro a Sidella per il servizio di guardiania da lui imposto».
Uno dei soci del Circolo degli Armatori presente nel porto di Santo Spirito ha raccontato che «da circa tre/quattro anni vengo puntualmente avvicinato in occasione dell'inizio della stagione estiva, da un soggetto che conosco con il nome di Mimmo. Lo stesso, ogni volta che mi ha avvicinato, mi ha chiesto di poter essere assunto come guardiano al pontile del circolo. lo chiaramente gli ho riferito che non sono in grado di assumerlo in quanto le decisioni le prende il direttivo del circolo composto da sette soci eletti dai tutti i componenti del circolo. Le richieste non sono mai avvenute con tono minaccioso ma posso anche riferire che ad ogni mia negazione sono conseguiti danneggiamenti o furti sul mio battello. A tal proposito posso dire che la barca mi è stata affondata per ben due volte, la seconda volta ho deciso di regalarla, e in altre occasioni mi sono state rubate attrezzature da pesca».