Il caso

Primarie a Bari annullate: spese inutili, da saldare oltre 12mila euro

Alessandra Colucci

Si tratta delle spese necessarie per tutta l’organizzazione dei gazebo e che i due candidati dovranno dividere, come da accordi presi tra le parti

BARI - Il giorno dopo l’annullamento delle primarie, che si sarebbero dovute tenere domani, domenica 7 aprile, per decretare chi, tra il penalista Michele Laforgia e l’ex parlamentare dei Verdi Vito Leccese, sarebbe dovuto essere il candidato unico del centrosinistra barese, sul tavolo, oltre alle polemiche e alle accuse, restano anche 12200 euro di conti che, comunque, occorrerà saldare. Si tratta delle spese necessarie per tutta l’organizzazione dei gazebo e che i due candidati dovranno dividere, come da accordi presi tra le parti. Nel dettaglio si tratta di 3000 euro per l’affitto delle sale nelle sei strutture che erano state scelte come sedi per i seggi e cioè due nel I Municipio (gli hotel Majesty e Oriente) e una sede a testa per gli altri Municipi ovvero l’hotel Rondò nel II, l’hotel B21 nel III, il PalaCarbonara nel IV e l’hotel La Baia nel V; 1700 euro per la tipografia (sono state stampate 25mila schede con i nomi dei due candidati); 5800 euro per lo studio legale che si era occupato delle questioni legate alla privacy; 1700 euro per il sistema informatico. «Stiamo provando a recuperare qualcosa per le sei sedi» spiega Maria Chiara D’Addabbo, responsabile della linea politica del Pd Bari, confermando la decisione di dividere esattamente a metà le spese, come deciso «fino all’ultima riunione del comitato organizzativo con gli otto rappresentanti dei due candidati», programmata per giovedì alle 18.30, praticamente in concomitanza con l’annuncio con il quale l’ex premier e leader pentastellato Giuseppe Conte ha sfilato il M5S dalle primarie.

«Per chi non ha mai organizzato una cosa simile è difficile comprendere quanto sudore, tempo personale, rinunce e soldi costi mettere in moto una macchina del genere» si è sfogato su Fb Paolo D’Attolico, responsabile organizzativo della segreteria cittadina dem. «Mentre il sottoscritto era seduto ad un tavolo per continuare ad organizzare le primarie – si legge ancora nel post - altri, nelle segrete stanze e a pochi metri da noi, decidevano che il lavoro fatto da decine di militanti non aveva nessun peso, nessuna importanza». E poi un passaggio, plasticamente rappresentato anche dalla foto scelta per accompagnare il post ovvero quella degli scatoloni con le schede ormai inutili. «Resta tanta amarezza – continua lo sfogo social - e 25mila schede stampate, delle quali oltre a dover pagare il conto, non sappiamo cosa farne». «Perché poi – attacca Gianfranco Todaro, segretario cittadino Pd – c’è stato un grande dispendio di energie umane, soprattutto dei tanti giovani che si erano impegnati». «La richiesta di sospensione delle primarie era inammissibile», conclude. 

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