I retroscena

Triggiano, la prefettura ha sospeso il sindaco arrestato Donatelli

Isabella Maselli

Il clima ricostruito nelle carte: «Evidentemente dai più era riconosciuto come il vero vincitore della sfida elettorale»

TRIGGIANO - Il Comune di Triggiano rischia di essere commissariato. La conseguenza immediata del blitz che ieri ha portato all’arresto del sindaco Antonio Donatelli (oggi la Prefettura gli ha notificato un provvedimento di sospensione, che è un atto dovuto) e di altre sette persone con l’ipotesi che le elezioni amministrative di ottobre 2021 siano state pilotate «comprando» i voti dei cittadini (50 euro a preferenza) è stata la sospensione del primo cittadino (finito ai domiciliari) e poi molto probabilmente la nomina di un commissario. Nessuna ripercussione su Grumo Appula, l’altro Comune del barese toccato dall’inchiesta della Procura di Bari (l’ex assessore Nicola Lella è in carcere sempre per corruzione elettorale).

Dagli atti dell’inchiesta emerge uno spaccato inquietante della capacità degli indagati di condizionare l’esito del voto e poi anche, nel caso di Triggiano, la gestione dell’amministrazione con nomine e incarichi. Terminate le consultazioni elettorali e sancita la vittoria di Donatelli, infatti, «iniziavano le fibrillazioni per le nomine e gli incarichi da conferire ai candidati eletti schierati nelle liste a sostegno del primo cittadino». Sandro Cataldo, il marito dell’assessora regionale dimissionaria Anita Maurodinoia (lui finito agli arresti domiciliari, lei indagata) era «evidentemente dai più riconosciuto come il vero vincitore della sfida» si legge nel provvedimento cautelare e, subito dopo le elezioni, «veniva raggiunto da numerose telefonate da parte di persone che chiedevano aggiornamenti sull’esito delle urne, altri che si complimentavano con lui per i risultati ottenuti, altri ancora che chiedevano lumi sugli incarichi a conferirsi»...

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