Oltre le urne
Bari, l’insolita sfida Leccese-Dambruoso: da compagni di banco a rivali politici
L’ex parlamentare dei Verdi e il magistrato antiterrorismo sono andati a scuola insieme nel liceo classico Socrate
BARI - Da compagni di banco ad avversari nelle comunali di Bari. I corto circuiti della politica. Sulla scheda, l’8 e 9 giugno, i cittadini potrebbero trovare candidati sindaci due compagni di banco: Vito Leccese, capo di gabinetto di Decaro e candidato di Pd e civici, si prepara a sfidare Stefano Dambruoso, magistrato e aspirante primo cittadino per la destra.
I due ex studenti del terzo anno del liceo classico Socrate, sezione D, amici inseparabili da ragazzi, tra qualche settimana si troveranno a duellare nei talk sul futuro della città, sulla sicurezza o sulla transizione green. Lo faranno con il garbo che distingue entrambi, ma soprattutto memori di aver vissuto la stagione indimenticabile della giovinezza fianco a fianco. Abbracciati sul vespone Ts bianco panna, scorrazzando per le vie della città dopo aver partecipato ad uno sciopero, o ricordando le emozioni prima di una interrogazione in filosofia sul noumeno kantiano della professoressa Ragusa, o sui Promessi Sposi con le domande della Perchiazzi…
Racconta alla «Gazzetta» Leccese: «Eravamo sempre nella palestra della scuola, giocavamo a basket e pallamano. La politica? Quella dei ragazzi. Protestavamo contro sedi provvisorie, fino alla conquista del nuovo plesso di Via Fanelli. Allora l’assessore comunale alla pubblica istruzione era il socialista Franco Passaro, poi presidente della Cassa di Risparmio di Puglia: andammo proprio io e Stefano a parlamentare insieme. I divertimenti? Le serate rock al Merendero o al Penthouse…».
Vito e Stefano hanno vissuto una amicizia intensa negli anni del liceo salvo poi conservare intatto l’antico legame ma con percorsi differenti: Leccese è diventato consigliere comunale di Bari a soli 22 anni, nell’infornata dei primi Verdi nel 1985 (negli stessi giorni condivideva il debutto del pionieristico Sole che ride con l’artista Letizia Battaglia, eletta a Palermo). E la passione politica non l’ha più abbandonata. Dambruoso, invece, dopo gli studi nella facoltà di giurisprudenza, ha intrapreso la carriera di magistrato superando il difficile concorso: prima si è distinto nella Procura di Agrigento per esser stato un inflessibile persecutore delle malefatte della terribile mafia siciliana chiamata «stidda» e subito dopo ha brillato nella lotta - una volta di stanza nella Procura di Milano - contro i tentacoli del feroce terrorismo islamista della «Base», in arabo la famigerata al-Qaida. Da lì è arrivata la notorietà internazionale, con la copertina di una delle più importanti riviste americane per meriti sul campo contro il terrorismo di ispirazione wahhabita. Leccese celebrò il successo dell’amico con un articolo-ritratto su Repubblica nel 2003, intitolato «Quando l’eroe del “Time” era il compagno di banco». E quel periodo di impegno per la sicurezza Dambruoso lo racconta nel saggio Milano-Bagdad. Diario di un magistrato in prima linea nella lotta al terrorismo islamico in Italia, scritto con Guido Olimpio, firma del Corsera e massimo analista italiano della violenza islamista.
Leccese e Dambruoso, al di là dell’essere ora su fronti politici opposti, hanno in comune una passione smisurata per Bari, professata da Vito con un impegno quotidiano dalla trincea del Comune e da Stefano con la devozione nel tornare nella città di San Nicola ogni volta che gli impegni lo consentono. Ecco, una sfida tra amici, due baresi illustri e affermati, potrebbe essere una preziosa occasione per rilanciare una comunità ferita dalle ultime inchieste sulle connessioni tra clan e politica.