il fenomeno
Turismo, Bari vale solo due notti
In città 36 hotel, solo due a cinque stelle. In totale 7.600 posti letto disponibili. Grande disequilibrio tra arrivi, pernottamenti e locazioni disponibili
BARI - La buona notizia è che il turismo a Bari è cresciuto. La cattiva è che i posti letto mancano e i pernottamenti sono sotto la media regionale.
Da un lato c’è un grande disequilibrio tra arrivi, pernottamenti e locazioni disponibili, dall’altro il fatto che il capoluogo pugliese è da sempre un luogo di transizione, un punto di attracco per tanti turisti che si fermano un giorno e si spostano poi verso il Salento o la Valle d’Itria.
Dati paytourist Lo confermano anche i dati di PayTourist: secondo la piattaforma per la rendicontazione della tassa di soggiorno e dei flussi turistici, infatti, da ottobre 2023 (mese in cui PayTourist ha cominciato a registrare i dati) i turisti hanno soggiornato a Bari in media due giorni. La permanenza media in tutta la Puglia, invece, è di 3,5 notti (fonte: l’ultimo rapporto dell’Osservatorio Puglia Promozione).
Bari +10% Nel solo Comune di Bari, nel 2023, sono stati 515.498 gli arrivi e 1.038.067 le presenze. Quest’ultimo dato, in particolare, è cresciuto del 10% rispetto al 2022. Una massa enorme a fronte dei poco più di 7.600 posti letto tra alberghi e strutture di altro genere come le case vacanze.
Nel dettaglio si contano 36 hotel, di cui la maggior parte a 3 stelle. Sono invece solo due le strutture a cinque stelle: lo storico Grande Albergo delle Nazioni sul lungomare e La Perla di Ele, una casa vacanze in via Trevisani.
Confronti Il dato è ancora più preoccupante se messo a confronto con quello di Lecce, dove i posti letto invece sono più 12mila. Parliamo quindi di circa il 40% in più rispetto a Bari, con la naturale conseguenza che il tasso di occupazione delle strutture ricettive nelle due città risulta profondamente diverso (secondo gli ultimi dati Istat, nel 2022 è stata del 30% a Bari, a Lecce del 15%).
Eppure, il turismo nel capoluogo di regione è cresciuto maggiormente rispetto a Lecce. Nel 2023, infatti, la città di sant’Oronzo ha registrato «solo» 310.504 arrivi e 773.386 partenze, vale a dire circa 205mila arrivi e 264mila presenze in meno di Bari.
Anche il confronto con Vieste segnala che i turisti, tante volte, sono a Bari solo di passaggio: il paese garganico, anche quest’anno la meta più visitata di tutta la regione, ha infatti registrato 1.960.580 di presenze a fronte di 328.650 arrivi.
Traffico passeggeri Che il dato sugli arrivi sia così sbilanciato non è una novità, considerando che Bari è il principale punto di approdo della regione. Nel 2023 il traffico di passeggeri nell’aeroporto è cresciuto del 4% rispetto all’anno precedente, anche se Assaeroporti riporta un trend in negativo per il mese di dicembre: nell’ultimo mese dell’anno, infatti, il Karol Wojtyla ha perso oltre 26mila passeggeri, un crollo di circa il 6%.
Del resto, come ha già raccontato qualche settimana fa alla Gazzetta Cosimo Ranieri, presidente della sezione turismo di Confindustria Bari-BAT, dicembre ha avuto un leggero calo fisiologico a tutto campo, sia degli arrivi che delle presenze.
Crociere E poi ci sono le crociere, con quasi 412mila viaggiatori approdati nel porto di Bari. Nel 2024 questo settore crescerà grazie alle 168 navi previste da calendario, il 16% di arrivi in più rispetto all’anno scorso, così come verrà superata la quota dei 451mila crocieristi.
Insomma, anche per l’anno in corso ci si può aspettare un trend in crescita. Adesso resta da capire se cresceranno anche le strutture ricettive ufficiali, visto che il numero di alberghi, alloggi, b&b ecc. registrati sulla piattaforma PayTourist è inferiore a quello riscontrabile sulle piattaforme del turismo fai da te come Booking. Dove, tra l’altro, le strutture risultano già quasi sold out per maggio e giugno.