il processo
Minacce anarchiche alla giudice barese, ma l’imputato in aula si difende: «Sono solo un poeta»
In corso il processo per le frasi su muri, striscioni esposti sotto il Tribunale di via Dioguardi e scritte social contro la magistrata circa un anno fa
BARI - «Non ho mai fatto parte di un movimento anarchico, ho sempre ripudiato le armi e scrivo poesie, non sono una persona pericolosa, non fari mai male a nessuno». Con queste parole il 44enne Giuseppe Marzulli si è difeso dinanzi al Tribunale di Lecce dall’accusa di aver minacciato la giudice barese Angelica Passarella, destinataria circa un anno fa di offese e minacce sui muri della città, su facebook e sugli striscioni esposti sotto il Tribunale di via Dioguardi.
La vicenda, per la quale la giudice è finita anche sotto scorta, è iniziata a Bari a settembre 2022 in occasione del processo a carico della mamma di Marzulli, e poco più di sei mesi dopo è approdata in un’aula del Tribunale di Lecce (competente sui procedimenti che riguardano i magistrati del distretto di Bari). La madre dell’imputato, la 76enne Angela Pinto, era stata arrestata per stalking condominiale (poi condannata a 3 anni di reclusione in primo grado, ridotta a 2 anni in appello). È stata detenuta per alcuni mesi in carcere e poi ai domiciliari. Dopo l’arresto della mamma e in occasione delle udienze del processo che si celebrava proprio dinanzi alla giudice Passarella, Marzulli avrebbe iniziato a manifestare il suo disappunto, dalla organizzazione di sit-in di protesta davanti al Tribunale di via Dioguardi alla pubblicazione di messaggi ritenuti minacciosi sui social.
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