Le proteste
Caos, disagio e sporcizia: malamovida imperversa a Bari
Vigilia di Natale da dimenticare. Il popolo della notte continua a mettere a soqquadro l’Umbertino. Residenti esasperati
BARI - Il black Christmas della malamovida. Troppi locali - tra pub, lounge bar, tea room, wine e snack bar, full enjoye, vending e microbirrerie - concentrati in pochi isolati. Le ordinanze di fine anno a tutela della salute e dell’ordine pubblico sono naufragate alla vigilia di Natale. Sotto i balconi dei vecchi palazzi Liberty nelle strade eleganti di Murat e del Madonnella, la movida ha continuato a scorrere dolce, eccessivamente euforica e loquace, malferma sulle gambe e ancora più rumorosa tra locali aperti fino a «troppo» tardi, musica a palla, happy hour e «apericena» fuori orario e strade buie trasformate in vespasiani.
I provvedimenti restrittivi del sindaco anti botti e contro la movida alcolica e fracassona, nati «per garantire a tutti la possibilità di vivere e godere degli spazi pubblici in piena sicurezza» sono state ignorate dal popolo «del dì di festa» eccitato dalla musica techno dei dj set attrezzati all’interno dei pub, con le casse acustiche puntate all’esterno.
È qui la festa della vigilia, iniziata di mattina all’ora dello struscio (ndr, passeggiata domenicale) e finita nel cuore della notte, dopo le 2, lasciando per terra un tappeto di bicchieri di plastica, bottiglie di birra e l’odore intenso e sgradevole dell’urina. Ci sono strade - come via De Romita, detta dai residenti «la strada del piscio» - trasformate in vespasiani.
E così insieme al vociare ininterrotto dei partecipanti agli «street party», salgono dalla strada fino alle finestre più alti i cattivi odori. Il Comitato salvaguardia zona Umbertina è sul piede di guerra da tempo, ma come Don Chisciotte della Mancia, sembra caricare i mulini a vento e lottare per una causa persa. La lista delle strade della malamovida è lunga. Insieme a via Cognetti e via Abbrescia, dove espongono le loro vetrine due pub già oggetto di un esposto consegnato in Procura (archiviato dal giudice) contro locali che rimangono aperti oltre l’orario di chiusura e somministrano bevande alcoliche per asporto, ma anche piazza Diaz, via Imbriani e largo Adua.
«Proprio in Largo Adua, la notte di Natale - ci racconta una residente - una comitiva di giovani ha fatto esplodere una specie di bomba carta che ha generato un falò nel mezzo della carreggiata, alimentato dai rifiuti che stavano intorno. La conseguenza è stata la paralisi del traffico». «Una parte di questo quartiere - aggiunge - si trasforma ogni fine settimana e nei periodi di festa in una specie di discarica tra bottiglie di birra lasciate sulle finestre e sui balconi più bassi, cestini dei rifiuti stracolmi, bicchieri di plastica gettati sulla strada, abbandonati sui marciapiedi, sule panchine. Le spese per ripulire pesano sulla casse comuni e sulle nostre tasse. Anche durante il giorno della vigilia abbiamo assistito al rito di una movida sporca, maleducata in cui si cerca la trasgressione con il consumo di alcool e droghe leggere».
«Le ordinanze comunali sono state ignorate, ognuno ha fatto il proprio comodo e sono mancati i controlli. Ci sono state delle riunioni - prosegue la rappresentante del Comitato dei residenti - tra il Comune ed i proprietari dei locali per cercare soluzioni condivise. Nessuno vuole penalizzare il mondo del commercio, ma questa movida arrogante e maleducata, purtroppo, sta entrando nelle case e condizionando le nostre vite. Non si può negare che la concentrazione di troppi locali in pochi isolati è il fattore che rende la situazione molto difficile. L’amministrazione comunale - conclude - vuole tenere nella giusta considerazione le esigenze degli esercenti ma i nostri bisogni e le sacrosante rivendicazioni di chi vive nel quartiere restano troppo spesso disattese. A quando una convocazione della gente che vive a Madonnella».
Le diffide al sindaco sul problema non si contano. Un gruppo organizzato di residenti starebbero preparando un nuovo esposto, sostenuto da circa 150 firme. Nel mirino c’è il Comune al quale verrebbe chiesto addirittura un risarcimento danni per le troppe notti insonne. «Ma forse – dice una delle possibili ricorrenti – vogliono che succeda come con i residenti di piazza del Ferrarese e piazza Mercantile che poco alla volta hanno venduto le case esasperati dal caos giorno e notte a Bari vecchia. Se ne sono scappati perché la maleducazione è troppa e si va dall’arroganza dell’esercente alla strafottenza dei giovani che frequentano i locali».