Il caso
Bari, festeggia coi rampolli del clan mentre è ai domiciliari e posta la foto sui social
Francesco Vavalle, pregiudicato 21enne del quartiere San Paolo, dovrà rispondere di evasione
BARI - Un pomeriggio in compagnia degli amici (tutti noti alle forze di polizia), sulla veranda di casa, tra birra, spumante e patatine. Una festicciola come tante, immortalata da foto e raccontata sui social. Quel giorno, però, il padrone di casa era agli arresti domiciliari. E quella fotografia di gruppo pubblicata su Instagram gli è costata l’arresto e poi un decreto penale di condanna: 13.500 euro (pari a 6 mesi di reclusione) per evasione dai domiciliari e inosservanza ai provvedimenti dell’autorità. Anche perché, non contento di aver trascorso il pomeriggio in compagnia, qualche ora dopo decise anche di fare un giro in moto.
Protagonista di questa storia è Francesco Vavalle, 21enne del quartiere San Paolo. Lo stesso che - attualmente in carcere - è sotto processo per un pestaggio risalente al 22 agosto 2022 ai danni di un affiliato al clan mafioso Strisciuglio. Lui e il fratello più grande Giuseppe (già condannato con rito abbreviato per quell’aggressione al pregiudicato Domenico Franco) lo avrebbero picchiato con un tirapugni e poi sparato ad una gamba nel seminterrato del bar di famiglia.
Due giorni fa ha partecipato, in videoconferenza dalla cella, al processo per il ferimento di Franco. Ieri, invece, è stato chiamato a rispondere davanti a un giudice dell’evasione. Il fatto risale al 10 febbraio 2022. Tre giorni dopo sarebbe stato il suo compleanno. Forse aveva deciso di anticipare i festeggiamenti, invitando a casa alcuni amici, tutti nomi e volti più volte schedati dagli investigatori, rampolli delle famiglie note della criminalità organizzata della città.
Ad incastrare la combriccola una fotografia postata su Instagram che ritraeva il gruppo davanti a una tavola imbandita di bicchieri, bottiglie e cibo. Vavalle era agli arresti domiciliari dal 23 dicembre 2021 perché trovato in possesso di armi. Non poteva allontanarsi dalla sua abitazione, comunicare con persone diverse dai famigliari conviventi o usare telefoni e internet per comunicare. I poliziotti lo tenevano d’occhio, anche perché quello era ritenuto dalla Dda un periodo di grandi fibrillazioni nel quartiere, per via di una faida tra i Vavalle e gli Strisciuglio che sarebbe culminata in agguati, aggressioni e minacce.
Eppure, nonostante i divieti, il profilo Instagram del ragazzo risultava quotidianamente aggiornato con foto, video e stories. Come quel 10 febbraio, quando ha deciso di immortalare la tavolata tra amici e postare l’immagine con lui e gli altri cinque in posa. Non solo. Lo stesso pomeriggio Vavalle ha pubblicato un video mentre era alla guida della sua moto (circostanza confermata dalle telecamere di videosorveglianza su viale delle Regioni).
Vavalle non pagherà i 13.500 euro del decreto penale di condanna ma chiederà di essere processato con rito abbreviato. La prossima udienza è fissata per il 2 febbraio.