L'iniziativa

Educazione stradale nel libri di testo, a Bari il progetto di «Ciao Vinny»

Cesare Zampa

La consapevolezza dopo l'ennesima vittima: «In caso di brusca frenata se non si indossa la cintura si rischia davvero»

BARI - Non solo dati, numeri e percentuali. Ma storie di vita, esistenze prematuramente spezzate e incolmabili vuoti per chi resta. Dietro un incidente stradale mortale c’è tutto questo. Dolori e sofferenze impossibili da esprimere con freddi calcoli percentuali, che però aprono ampi spiragli di riflessione. È il caso della Puglia, in cui, rispetto al 2021, lo scorso anno si è registrato un aumento di sinistri del 2,2% e del’11,3% di quelli mortali. Quest’ultimo dato è addirittura superiore alla media nazionale. Nel 2022, alla nostra terra è spettato piangere 226 figli, deceduti a seguito di alcuni dei 9.286 incidenti verificatisi in totale. Mentre il numero dei feriti si è attestato a quota 14.256.

Dopo un calo statistico determinato dalle misure di contenimento anti-Covid, con la ripresa della mobilità sulle strade è tornato a farsi sentire il pericolo per gli occupanti dei diversi mezzi di trasporto. Una minaccia dovuta soprattutto all’inosservanza delle regole previste dal codice della strada. Mancata precedenza, guida distratta e velocità elevata rappresentano le prime tre cause di impatto, secondo i recenti dati pubblicati dall’Istat. A confermarlo è anche Tonio Coladonato, presidente dell’associazione «Vivilastrada», da anni impegnata nella sensibilizzazione alla guida responsabile. I rispettivi volontari spesso intervengono sul luogo di un incidente, per constatarne personalmente i fattori determinanti. Tutte nozioni che poi portano all’attenzione dei partecipanti (di tutte le età) alle diverse iniziative organizzate sul territorio, al fine di scongiurare analoghe dinamiche. «Spesso non si rispettano le regole e la gente va sempre di fretta - afferma Coladonato - Molti pensano che basti andare a 20, 30 o 40 chilometri orari per non far male né agli altri né a se stessi». «Eppure - prosegue - in caso di brusca frenata o di scoppio dell’airbag, a prescindere dalla velocità, se non si indossa la cintura si rischia davvero».

Nell’area metropolitana di Bari, lo scorso anno si sono contati 3.372 sinistri e 50 vittime. Per quanto concerne quest’ultimo dato, la provincia è seconda a Foggia, dove i morti sono stati 60, a fronte di 1.159 incidenti. Sempre in base ai dati Istat, alla statale 16 è spettato un triste primato regionale: quello di principale teatro di impatti tra veicoli.

Ma com’è possibile leggere ancora numeri così elevati, nonostante il continuo inasprimento delle sanzioni e le regole sempre più stringenti del codice della strada? A rispondere è Lorenzo Moretti, vicepresidente della fondazione «Ciao Vinny», intitolata a suo fratello Vincenzo, che nel 2002 perse la vita in un incidente stradale. «Ben vengano le nuove misure - dichiara Moretti - Se però non sono accompagnate da un contestuale aumento dei controlli da parte delle forze dell’ordine, allora stiamo parlando di fuffa». La fondazione è attualmente al lavoro insieme ad alcune istituzioni per sviluppare libri di testo interamente dedicati all’educazione stradale. Supporti fino ad oggi inesistenti e destinati ai giovani, perché possano essere studiati e analizzati nei moduli didattici legati all’educazione civica. Un «progetto pilota» che sarà inizialmente testato in scuole e università pugliesi, per poi varcare i confini regionali, qualora i risultati presentati al ministero dovessero ricevere l’ok dell’esecutivo nazionale. Anche in questo caso, l’educazione inizia dalla giovane età.

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