sanità e territorio
Asl Bari, 20mila accessi ai Pronto soccorso
Luglio da record: +18,3% rispetto all’anno scorso. Il picco il giorno 24 con 809 ingressi In 24 ore ai sette Pronto soccorso della Asl Bari
BARI - Il giorno peggiore è stato il 24 luglio, uno dei più caldi dell’estate: in 24 ore gli accessi ai sette Pronto soccorso della Asl Bari sono stati 809, con una pressione senza precedenti soprattutto all’ospedale San Paolo (175), seguito dal Di Venere (171) e dai presidi di Monopoli (138), Corato (93), Molfetta (90), Altamura (88) e Putignano (54). Ma in quest'estate rovente si è andati oltre il limite praticamente per tutto lo scorso mese, con punte (le altre) di 784 accessi il 31 luglio (record di 180 arrivi al San Paolo, un numero che mediamente si registra al Policlinico) e 759 il 17 luglio, con 169 pazienti giunti a Carbonara. Si è superata la soglia di 600 ingressi ben 22 volte in un mese, un livello di molto superiore rispetto allo stesso periodo del 2022 (quota 600 superata solo 4 volte in 31 giorni, col record di 690 il 4 luglio). Complessivamente la rete dei Pronto soccorso dell’azienda sanitaria locale (esclusi dunque Miulli, Mater Dei e soprattutto il Policlinico, che garantisce in un anno circa il 40% degli accessi complessivi del Barese) ha sfiorato i 20mila pazienti assistiti (19.589), con un aumento del 18,3% rispetto al luglio del 2022. Soltanto grazie a un balzo inferiore nel mese di giugno (17.530 in confronto ai 16.096 accessi dell’anno scorso, +8,9%) l’incremento percentuale nel 2023 si abbassa (+13,7%). Di sicuro, il totale di 37.119 ingressi finora in due mesi (rispetto ai 32.649 dell’estate passata) rappresenta un aggravio che peraltro deve fare i conti con persistenti difficoltà di organico praticamente ovunque.
EMERGENZA Solo qualche giorno fa (il 29 luglio, giorno in cui si è registrata un'affluenza di 163 persone, inferiore soltanto rispetto a quelle del 24 luglio, con 171 ingressi, e del 17 luglio, con 169) dal Di Venere Giovanni Finestrone, direttore facente funzioni del Pronto soccorso (dove, nell’intero mese, sono arrivati 4.080 pazienti) ha scritto alla Asl chiedendo un immediato intervento per risolvere la congestione causata dal numero esorbitante di pazienti in Osservazione breve intensiva, un’area di degenza all’interno dell’unità operativa di Medicina e Chirurgia di Accettazione e Urgenza istituita per migliorare la sicurezza delle cure nel Pronto Soccorso attraverso la gestione del rischio clinico e la prevenzione degli eventi avversi nei pazienti ad elevata probabilità di dimissione, ma che in realtà, piuttosto che avere come obiettivo l'appropriatezza dei ricoveri, sopperisce di fatto alle mancanze ordinarie. Finestrone, chiedendo l’apertura di un’area dedicata ai pazienti che attendono la disponibilità di un posto letto per il ricovero, ha sollecitato l’individuazione di personale dedicato. Considerando che attualmente ad occuparsi appunto dei pazienti in attesa è il personale del Pronto soccorso, risulta evidente quale sia l’apporto extra cui si deve far fronte. Ne si capisce la dimensione nel passaggio della lettera in cui si elencano le necessità ulteriori per le esigenze straordinarie: Finestrone ha messo nero su bianco che il fabbisogno per una zona cosiddetta boarding da 13 posti letto sarebbe di 12 infermieri, in media due per turno per 13 posti letto, e di 6 operatori socio sanitari (uno per turno h24).
RICAMBIO Al di là della chiosa (Finestrone, dopo aver sottolineato lo stress del personale, che mette a repentaglio la qualità assistenziale e favorisce il rischio di errori, ha chiesto di sopperire, vista la scarsità di adesione agli straordinari da parte di tutti i coordinatori infermieristici delle professioni sanitarie del Di Venere, autorizzando prestazioni aggiuntive, «in quanto suddetta possibilità verrà vista come una gratificazione per l’impegno profuso»), resta un'emergenza che riguarda anche l'indisponibilità di medici, in continua diminuzione non soltanto per le quiescenze, ma proprio perché la branca è sempre più considerata poco appetibile (a causa della mole di lavoro, dalla scarsa gratificazione professionale ed economica, cui si aggiungono anche le aggressioni sempre più frequenti). Il ricambio è dunque complicato. Proprio per favorirlo, le nuove norme ora consentono di attingere dagli specializzandi: fino al 31 dicembre 2025, in via sperimentale, i medici in formazione specialistica regolarmente iscritti al relativo corso di studi possono assumere, su base volontaria e al di fuori dall’orario dedicato alla formazione, incarichi libero-professionali, anche di collaborazione coordinata e continuativa, presso i servizi di emergenza-urgenza ospedalieri del servizio sanitario nazionale, per un massimo di 8 ore settimanali.