Domani in casa contro il Cagliari
Bari, conto alla rovescia: la De Laurentiis dynasty per la sfida che vale la A
L’amministratore unico biancorosso, Luigi, in tribuna al San Nicola sarà sostenuto anche dal papà Aurelio e dal fratello Edoardo
BARI - La famiglia al fianco, nel momento più delicato. In vista della finalissima dei playoff di domani, il presidente del Bari Luigi De Laurentiis riceverà la visita degli affetti più cari. Nella tribuna del San Nicola, l’amministratore unico biancorosso sarà sostenuto dalla presenza del padre, Aurelio, nonché del fratello Edoardo, rispettivamente presidente e vicepresidente del Napoli. Lo stato maggiore della Filmauro, in pratica, si ritroverà per spingere i Galletti all’ultima impresa. Nel match di ritorno contro il Cagliari basterebbe non perdere per conquistare una delle promozioni più entusiasmanti e inaspettate nei 115 anni di epopea di calcio barese. È ancora tutto da compiere, per carità. Tuttavia, il «sogno» non è mai stato così vicino alla sua realizzazione. Ma la partita non è soltanto sul campo. Il destino del club pugliese è da decifrare: obbligatoriamente e in tempi brevissimi in caso di salto in serie A (vietata tassativamente la militanza di due compagini della stessa proprietà nella medesima categoria), ma forse anche nell’ipotesi di permanenza in B.
INSIEME ALL’INIZIO E…NEGLI ULTIMI 90’? In questi cinque anni di nuova era, raramente Aurelio e Luigi De Laurentiis si sono visti insieme a Bari. Fu del patron di Filmauro l’iniziativa di rilevare la società dal fallimento, nell’estate del 2018 e fu lui in persona a presentarsi in Comune da nuovo proprietario, assicurando che l’obiettivo sarebbe stato scalare le categorie per arrivare al massimo livello in una marcia a tappe forzate. Ma pochi giorni dopo, Aurelio De Laurentiis annunciò che il responsabile unico del Bari sarebbe stato il figlio Luigi, al quale, in effetti, ha lasciato le redini del club, nonché la più ampia autonomia di gestione. L’attuale presidente biancorosso ha maturato esperienze in un campo che lo vedeva quasi neofita, messo a disposizione tutta la sua abilità manageriale per intessere una fitta rete di partnership commerciali sul territorio, ha rilanciato asset come il marketing ed il merchandising, fino a partecipare attivamente all’ideazione e alla realizzazione delle maglie da gioco. Soprattutto, è stato puntualmente una presenza rassicurante e di sprone per la squadra e, se in principio ha accettato consigli per la composizione dell’apparato dirigenziale, nel tempo ha esercitato un potere decisionale sempre più autorevole: Ciro Polito e Michele Mignani, ad esempio, sono assolutamente sue «creature». Nel frattempo, Aurelio De Laurentiis ha seguito ogni vicenda senza interferire. Negli ultimi mesi, però, è stato drastico sul punto focale: in caso di necessità, sarà il Bari la società designata alla dismissione, il Napoli non si tocca al punto da rifiutare offerte miliardarie per l’eventuale cessione dei partenopei. Frasi trancianti, sebbene a Bari qualcuno continui a coltivare la speranza che la realtà sia ribaltata in un istante. Perché Luigi De Laurentiis è considerato l’assoluta garanzia di non cadere nei drammi del passato. L’immagine sarà d’impatto: padre e figlio insieme all’alba dell’avventura e nella partita che potrebbe decretare la fine di un ciclo.
TUTTO IN 90’ La città del pallone sta provando a concentrarsi soltanto su quei 90’ che possono valere il ritorno nella categoria che apparterrebbe di diritto e manca da 12 anni. Riprenderla per non perderla mai più: ecco l’obiettivo che ogni componente dell’ambiente biancorosso deve rispettare. Il sindaco Antonio Decaro, che affidò il Bari nelle mani degli attuali proprietari, ha dichiarato di non vedere ansia nei loro volti. Che si tratti di fondi di investimento mediorientali o statunitensi, di gruppi italiani o addirittura pugliesi, l’importante è che il Bari non soffra più. E possa guardare avanti. Senza mai voltarsi.