verso il processo

Corruzione elettorale a Bari e Valenzano? I pm insistono: «Ferri a processo»

Isabella Maselli

Stessa decisione per il compagno dell'ex consigliera Filippo Dentamaro e l’imprenditore Nicola Canonico, presidente del Foggia Calcio

BARI - La Procura insiste sulla richiesta di rinvio a giudizio per la coppia Francesca Ferri-Filippo Dentamaro, per l’ex consigliere regionale, imprenditore e presidente del Foggia Calcio Nicola Canonico e per gli altri 19 che nell’udienza preliminare sul presunto voto di scambio alle elezioni amministrative di Bari e Valenzano del 2019 non hanno chiesto riti alternativi.

I pm Fabio Buquicchio e Michele Ruggiero hanno discusso la posizione di questi 22 chiedendo il processo per tutti. Parti civili e difese discuteranno il 14 luglio. Altri 19 imputati, tra i quali il boss Salvatore Buscemi, hanno chiesto l’abbreviato (la loro posizione sarà discussa nell’udienza del 13 ottobre). Due imputati tenteranno la strada della messa alla prova (accusati di un singolo episodio di un certificato elettorale contraffatto) e uno il patteggiamento. Diversi imputati, quelli accusati dei reati di criminalità organizzata, detenuti in carcere, hanno partecipato collegati in video dalle celle, mentre presenti in aula c’erano Ferri e Dentamaro.

Nell’udienza dinanzi alla gup Anna Perrelli sono state affrontate anche altre questioni preliminari. Prima fra tutte la costituzione di parte civile del Ministero dell’Interno, ritenuta tardiva e non ammessa. Le parti civili che invece già si erano costituite sono il Comune di Bari e una vittima di usura. Alcune difese hanno inoltre eccepito la inutilizzabilità delle intercettazioni telefoniche, quelle relative ai reati di corruzione elettorale e voto di scambio politico-mafioso. La Procura si è opposto e il giudice si è riservato (deciderà all’udienza di luglio).

L’inchiesta della Dda, delegata a Carabinieri, Guardia di finanza, Digos e Squadra mobile della Polizia, si è articolata in due diversi filoni: quello criminale che ruota attorno al gruppo mafioso capeggiato a Valenzano dal boss Buscemi, affiliato al clan Parisi di Japigia (con i delitti tipici della criminalità organizzata, traffico di droga, usura, estorsioni e riciclaggio) e quello sul voto di scambio nelle elezioni comunali di Bari del maggio 2019 e in quelle di Valenzano nel novembre dello stesso anno.

Per le elezioni di Bari il ruolo di «garante» del presunto sistema di voto di scambio sarebbe stato affidato a Canonico, che avrebbe ospitato a casa sua summit pre-elettorali per pianificare la strategia con la quale assicurare l’elezione, poi effettivamente riuscita, di Francesca Ferri. Con la complicità del compagno della donna, l’imprenditore Dentamaro, i tre avrebbero organizzato la selezione e il reclutamento di elettori, pagati dai 25 ai 50 euro, coinvolgendo sette «portatori di voti», cioè reclutatori di elettori, tutti imputati.

La mafia si sarebbe poi affacciata nelle successive elezioni di Valenzano, Comune già precedentemente sciolto per mafia. La coppia Ferri-Dentamaro si sarebbe adoperata per pilotare l’esito delle amministrative procurando a candidati amici i «voti della malavita». Il clan del boss Buscemi avrebbe ottenuto in cambio la promessa di vantaggi, tra i quali la modifica del piano regolatore comunale per rendere edificabili terreni di sua proprietà.

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