sapori e radici

La mozzarella Dop di Gioia del Colle vince la battaglia al Tar Lazio

Franco Petrelli

Respinto il ricorso del Consorzio di tutela per la mozzarella di bufala campana. Un contenzioso lungo cinque anni

GIOIA DEL COLLE -  Una pronuncia del Tar Lazio riconferma definitivamente la legittimità della mozzarella Dop di Gioia del Colle. La sentenza dei giudici amministrativi romani respinge il ricorso proposto dal Consorzio di tutela per la mozzarella di bufala campana.

Dopo 5 anni di contenzioso e di diatribe mediatiche che hanno coinvolto le rappresentanze politiche delle due regioni, termina positivamente per la Puglia il caso collegato alla certificazione europea di «Denominazione d’Origine Protetta» per la mozzarella vaccina prodotta nella Murgia del Sudest Barese e Tarantino con l’utilizzo del siero innesto. Un prodotto genuino tutto locale, ricavato dalle mucche che brucano l’erba dei pascoli spontanei e coltivati presso le masserie di una vasta zona pugliese, così come espresso dal disciplinare del Ministero.

La storia è cominciata quando il ministero delle Politiche agricole, agroalimentari e forestali ha reso pubblico il progetto di riconoscimento della Dop Mozzarella di Gioia del Colle, iniziando l’iter procedurale che prevedeva 90 giorni di tempo per la presentazione di eventuali opposizioni.

Nello specifico, i ricorrenti hanno affermato che non ci fosse il necessario legame territoriale tra la città di Gioia del Colle e la produzione della «mozzarella di Gioia del Colle». In particolare, sempre secondo il Consorzio di tutela per la mozzarella di bufala campana, la suddetta denominazione, contenendo al suo interno il termine «mozzarella», avrebbe generato confusione con il prodotto denominato «mozzarella di bufala campana».

La sentenza ha però ribadito l’infondatezza delle doglianze sulla base di diversi rilievi. Primo: il legame con il territorio è dimostrato grazie alle metodiche di ottenimento e all’alimentazione animale che lega questo prodotto alla zona geografica, così come definito, e non a tutto il territorio della Regione Puglia. Secondo: il nome a cui si è chiesta la registrazione è un termine generico che identifica una tipologia di formaggio. Terzo: in etichette è stata introdotta la dicitura di «latte vaccino», come resta stato stabilito in sede ministeriale.

Così, la produzione della mozzarella a Gioia del Colle dovrebbe con il passare degli anni proseguire a rappresentare una straordinaria industria moderna, all’avanguardia nel settore lattiero caseario, dopo essere nata agli inizi del ‘900 con le prime botteghe-latterie, dove in una stanza, si tagliava la pasta in quadrati per poi dare corso al ciclo di lavorazione.

Così, finalmente, la decisione dei giudici amministrativi del Tar Lazio sgombra il campo da ogni possibile dubbio. D’altronde proprio Gioia, col suo territorio è la patria della mozzarella, certificata e riconosciuta in tutta Italia, e non solo.

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