contenzioso

Bari, «La Fondazione paghi per rimanere nel teatro Petruzzelli»

Giovanni Longo

Il giudice del pignoramento invita il custode giudiziario a individuare un canone per l’occupazione del politeama

BARI - Non c’è solo la Corte d’Appello di Bari ad avere dichiarato che la Fondazione Petruzzelli occupa abusivamente il teatro, disponendo di conseguenza la restituzione del bene ai privati proprietari. Anche il giudice delegato alla esecuzione immobiliare sembra essere dello stesso parere, avendo definito la Fondazione, nell’ambito del pignoramento del teatro, «occupante, verosimilmente senza titulo». Abusiva, insomma.

Dopo che i giudici di merito nel novembre 2021 avevano concluso per la proprietà privata «non avendo titolo alcuno né la Fondazione lirico sinfonica Teatri di Bari, né il Comune di Bari, in qualità di possessore mediato, per permanere nel possesso» (decisione impugnata dal Comune), la procedura esecutiva su una quota del politeama, ennesima parentesi giudiziaria forse meno nota, ma non per questo meno importante, apre nuovi scenari.

Atto primo, parti in scena. Ci sono gli eredi dell’ex legale di Vittoria Messeni Nemagna, prof. Michele Costantino, assistiti dagli avvocati Michele Carnevale e Pierantonio Lisi, che, a fronte del credito relativo alle prestazioni professionali non pagate, hanno chiesto il pignoramento immobiliare, tra l’altro, anche della quota del teatro. C’è la debitrice, Vittoria Messeni Nemagna che rappresenta un quarto della proprietà del politeama, assistita dall’avvocato Ciro Garibaldi. Ci sono poi gli altri eredi del teatro, non debitori, il cui 75% potrebbe essere pregiudicato dal pignoramento (vista la proprietà indivisa), rappresentati dall’avvocato Ascanio Amenduni. In Tribunale sfilano poi le parti pubbliche, Comune di Bari e Fondazione (rispettivamente con l’avvocatura comunale e l’avvocato Roberto Savino il primo; e con l’avvocato Pierluigi Balducci e l’Avvocatura comunale, la seconda). Direttore d‘orchestra, con uno spartito piuttosto complicato da leggere ed eseguire, il custode giudiziario del teatro, avvocato Giuseppe Caramia, delegato alla vendita.

Atto secondo, un contenzioso tira l’altro. I creditori procedenti vorrebbero fosse venduta la quota pignorata. La procedura esecutiva, intanto, è stata sospesa in attesa che la Cassazione dica la parola finale sulla titolarità pubblica o privata del teatro. Intanto, però, il giudice dell’esecuzione Chiara Cutolo ha indicato la strada da seguire per tutelare la procedura che non percepisce alcun frutto dalla Fondazione a fronte dell’uso del teatro che l’ente senza eroghi alcun corrispettivo. La risposta tecnica si chiama contratto precario, gratuito a livello finanziario, con assunzione però da parte dell’occupante di oneri gestori da individuare, appunto, a cura del custode in contraddittorio anche con la Fondazione. Magari attingendo alle «somme percepite dalla Fondazione sulla scorta di contratto di sponsorizzazione come da bilancio (150.000 euro)», strada quest’ultima suggerita dal giudice.

Le parti pubbliche si oppongono. A loro avviso ci sono «ragioni giuridiche obiettive, che non rendono concreta ed effettiva tale possibilità». Il riferimento è all’articolo 23 della legge n. 800/1967 («Nuovo ordinamento degli enti lirici e delle attività musicali»), norma che recita: «I Comuni nei quali ha sede l’ente lirico o l’istituzione concertistica, sono tenuti a mettere a disposizione dell’ente o istituzione medesimi, i teatri ed i locali occorrenti per lo svolgimento dell’attività». Tanto basta - è la tesi - per escludere qualsiasi canone. Considerato lo «svolgimento di un’attività di interesse pubblico», diventa impossibile «autorizzare l’accollo di debiti tributari di privati o la corresponsione a privati di somme a titolo di corrispettivo per l’utilizzo di locali teatrali».

Gli eredi Petruzzelli sono di diverso avviso. L’art. 23 - è la tesi opposta - non trova applicazione perché la proprietà è privata, perché la Fondazione lo occupa abusivamente e perché il pubblico interesse non è assoluto visto che il teatro viene anche affittato a fini commerciali, dai congressi ad altri eventi, con tanto di tariffario pubblicato sul sito istituzionale.
Il pallino, dunque, è in mano al custode giudiziario che, su indicazione del giudice, deve procedere «a nuova bozza di contratto precario oneroso che comunque ponga a carico della Fondazione tutti gli oneri manuntentivi e gestori afferenti al plesso “Petruzzelli”». Del resto, il famoso articolo 23, secondo lo stesso giudice, ai fini della procedura esecutiva, risulta «legato a un potere dispositivo del Comune allo stato privo di idoneo supporto dominicale». Ultimo, atto? Macché, il sipario si riaprirà il 10 maggio. Ancora una volta, in Tribunale.

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