appello dei sindacati
Bari, AAA sponsor cercansi per il teatro Petruzzelli
L’Ente lirico vive solo di fondi pubblici. «Dove sono finiti i potenziali investitori?»lo storico teatro
Gli interrogativi e gli appelli contenuti in una lettera già inviata a Regione, Comune e vertici dell’ente lirico-sinfonico. E che diventa una sorta di manifesto per scuotere la politica e l’imprenditoria. La prima invitata a «creare le condizioni per nuovi accordi e nuove sinergie»; la seconda sollecitata a «farsi avanti per sostenere il nostro più importante attrattore culturale».
Cercasi nuovi sponsor e soci privati per il futuro della Fondazione Petruzzelli di Bari. Il teatro che oggi vive esclusivamente di fondi pubblici e per il quale in queste ore le sigle sindacali Fials Cisal e Cisal Puglia lanciano un sasso nello stagno: «Dove sono finiti da queste parti i potenziali investitori per il nostro teatro?». Bella domanda, si direbbe, in una fase in cui di soldi per le aziende ne girano pochi – tra costi dell’energia e tasse sul lavoro – ma sulla quale i sindacati incalzano definendo «una lacuna» la mancanza di privati nel politeama. Una lacuna che diventa voragine quando nella lettera – firmata dal segretario aziendale della Fials Cisal, Teresa Caricola, e dal segretario regionale della Cisal, Pietro Venneri – sono citati i big, come case di moda, banche, marchi della grande distribuzione e colossi dei trasporti, che altrove finanziano le fondazioni teatrali. Ma non a queste latitudini.
O meglio non più, dopo le parentesi negli anni scorsi – in qualità di soci privati - prima con l’ex amministratore di Aeroporti di Puglia Mimmo Di Paola e poi con l’azienda Cobar di Altamura. «Ultima delle 14 Fondazioni Lirico-Sinfoniche italiane poiché la più giovane, e non certo per qualità e mancanza di idee – scrivono i sindacati - la Fondazione Petruzzelli vive esclusivamente di sovvenzioni pubbliche, sostenuta unicamente dai soci fondatori e dal Ministero. E l’unica in Italia a non essere supportata da soci privati, partner o mecenate, nonostante abbia i costi più bassi di tutte le fondazioni italiane e rappresenti un modello produttivo molto competitivo».
fondi e introiti A conti fatti la Fondazione si regge sull’apporto pubblico dei soci fondatori: 8,2 milioni dallo Stato con il Fondo unico per lo spettacolo, 3 milioni dalla Regione Puglia, 2 milioni dal Comune di Bari e 200mila dalla Città Metropolitana. A questi vanno aggiunte alcune sponsorizzazioni, come già avvenuto dal 2018, con le donazioni di Aeroporti di Puglia e Acquedotto Pugliese. Ma di veri soci privati – per diventarne, con annesso rappresentante nel consiglio di indirizzo della Fondazione, occorre versare per due anni consecutivi una quota pari al 5 per cento di tutti i contributi pubblici – non se ne sono più visti.
«I riflettori delle istituzioni – scrivono i sindacati - cadano su questa enorme mancanza. Il presidente della Fondazione Antonio Decaro e il governatore Michele Emiliano, i quali hanno mantenuto fede agli impegni presi con i vitali contributi dalle loro amministrazioni destinati al Petruzzelli, creino intese con le aziende locali ma anche nazionali per colmare una lacuna che pesa tremendamente e potrebbe determinare un’ipotetica retrocessione del Petruzzelli». «Chiediamo – è il loro appello - alle imprese ed aziende pugliesi di concorrere alla grandezza del teatro con sostegni economici, presenza ed idee, approfittando dell’Art Bonus che consente un credito di imposta pari al 65% dell’importo donato a chi effettua erogazioni liberali a sostegno del patrimonio culturale».
«Il Petruzzelli, già protagonista di trasmissioni e film di successo (citano le presenze sul palco di Alberto Angela o le immagini del politeama nella fiction del commissario Lolita Lobosco, ndr) è l’azienda culturale con più dipendenti a tempo indeterminato della regione. Non è una scatola vuota».