Il caso
Terlizzi, sospeso dopo la condanna il comandante della polizia locale
La sentenza di primo grado lo ritiene responsabile di «concorso in peculato e continuato». I fatti risalgono al 2014
TERLIZZI - Gli strascichi della vecchia inchiesta «Sistema Trani», correva l’anno 2014, sfiora Terlizzi a distanza di anni. Il Comune ha sospeso dal servizio Antonio Modugno, comandante della Polizia Locale, anche se i suoi legali spiegano: «profondamente lesi i diritti del nostro assistito».
Al dirigente dei servizi di Polizia Municipale è stata comminata il 2 febbraio scorso dal Tribunale di Trani una condanna di 5 anni, 11 mesi e 20 giorni, ritenuto colpevole in primo grado nell’ambito di uno dei due filoni d’inchiesta (quello relativo a presunte irregolarità nell’appalto per la vigilanza degli immobili comunali). I fatti, lontano nel tempo, risalgono al periodo compreso tra il 2014 e il 2016, quando Modugno era comandante della Polizia Locale a Trani.
L’ipotesi di reato nei suoi confronti è «concorso in peculato e continuato», con conseguente interdizione «in perpetuo dai pubblici uffici, in stato di interdizione legale durante la pena» e relativa dichiarazione di «estinzione del rapporto di impiego nei confronti della pubblica amministrazione», si legge nel dispositivo. La norma di riferimento è il decreto legislativo 39 del 2013, disposizioni in materia di inconferibilità e di incompatibilità di incarichi presso le pubbliche amministrazioni. E così, Antonella Fiore, segretaria comunale presso il Comune di Terlizzi ha disposto «la sospensione dagli incarichi e la efficacia di lavoro subordinato e stipulato dall’amministrazione comunale» con il dirigente del IV settore Antonio Modugno, ed inoltre ad interim anche del I che comprende i Servizi finanziari. Secondo Antonella Fiore, responsabile della prevenzione della corruzione e della trasparenza, la posizione di Antonio Modugno sarebbe configurabile all’articolo 3 del decreto legislativo 39/2013, per uno dei presunti reati previsti dai commi 2, 6 e 3. Anche in caso di «condanna non definitiva», per reati contro la pubblica amministrazione e interdizione in perpetuo dai pubblici uffici, sarebbero “sospesi” l’incarico e l’efficacia e non “spetta” il trattamento economico del contratto stipulato con la pubblica amministrazione, Ma i difensori del comandante Modugno, gli avvocati Claudio Papagno e Isabella Tritta, hanno preannunciato «la proposizione di appello immediato con seguente sospensione ex lege degli effetti della sentenza di I grado. Ancora. Il dipendente è in stato di malattia, per cui notoriamente non poteva e non può adottarsi alcun provvedimento disciplinare. A rendere ancor più surreale è il fatto che pochi giorni fa il pm che ha innescato il calvario giudiziario del dott. Modugno è stato condannato in via definitiva dalla Cassazione per aver messo in atto modalità intimidatorie e violenze nei confronti di alcuni testimoni al fine di costringerli a dichiarare il falso in danno proprio del dott. Modugno. Ad oggi tuttavia risulta che il pm è ancora in servizio mentre il Modugno viene sospeso sulla scorta di una sentenza tutt’altro che definitiva».