La rinascita possibile
Bari, dragaggio del porto vecchio: le risorse ci sono, «mancano i progetti tecnici»
Elio Sannicandro (Asset): «Dalla Regione sono stati messi a disposizione 50 milioni per i comuni». Il problema è dove depositare i materiali di scavo
BARI - «La Regione Puglia ha stanziato circa 50 milioni di euro per i dragaggi. Risorse importanti che purtroppo non vengono usate». Elio Sannicandro, direttore dell’Agenzia Regionale Strategica per lo Sviluppo Ecosostenibile del Territorio Asset, ricorda che a disposizione delle amministrazioni locali già dal 2018 era stato pubblicato un avviso per finanziare «interventi di dragaggio dei fondali marini unitamente alla gestione dei sedimenti estratti», destinando fondi Por finalizzati a «interventi per la competitività del sistema portuale e interportuale».
A Bari il bando a sportello avrebbe potuto sostenere un progetto costoso e impegnativo, molto atteso dalle marinerie ed evidentemente necessario se è vero che il porticciolo vecchio, una delle cartoline della città, si è progressivamente insabbiato così come è successo a quello di Torre a Mare, dove i tradizionali 5 metri di pescaggio negli anni si sono ridotti così tanto che oggi le imbarcazioni combattono con appena un metro d’acqua.
«Per il dragaggio del porto di Bari l’ordine di grandezza dell’intervento si aggira intorno ai 10 milioni di euro. Il problema – dice il direttore di Asset - sta nel fatto che il materiale dragato è considerato un rifiuto speciale e comporta uno smaltimento estremamente costoso».
Lo smaltimento dei fanghi Se in passato era un’operazione semplice, nel senso che la sabbia veniva semplicemente prelevata e gettata al largo, oggi l’intoppo si crea al momento dell’autorizzazione allo smaltimento dei sedimenti che viene gestito in collaborazione ad Arpa e Ufficio Ambiente. Dopo le caratterizzazioni, il vero problema è dove depositare i materiali di scavo perché solitamente le sabbie sedimentarie dei fondali contengono contaminanti di vario tipo che richiedono trattamenti speciali e appositi conferimenti che hanno costi molto elevati. Ma, spiega Sannicandro, «la Regione aveva facilitato una parte dell’iter perché aveva eliminato l’obbligo di sottoporre i progetti alla Via, la Valutazione di Impatto Ambientale, una procedura molto lunga e complicata che può richiedere anche anni. Le autorizzazioni restano ovviamente obbligatorie ma l’alleggerimento procedurale era un aiuto importante».
Aiuto di cui, nel Barese, stando al decimo aggiornamento sui progetti finanziabili pubblicato lo scorso ottobre sul Burp, hanno beneficiato il Comune di Molfetta che riceverà 6,5 milioni per il dragaggio dei fondali marini e la gestione dei sedimenti, e il Comune di Mola di Bari che si è visto finanziare un intervento per 8,8 milioni di euro.
La risposta all'ammiraglio Leone - Un’altra mano ai Comuni potrebbe arrivare dalla Capitaneria. «Uno dei problemi più diffusi è la competenza tecnica perché effettivamente i Comuni portuali non sono preparati per fare progetti marittimi però – continua Sannicandro - la disponibilità a collaborare espressa dall’ammiraglio Vincenzo Leone, comandante della Capitaneria di Porto di Bari nell’intervista pubblicata ieri dalla Gazzetta, credo sia un’ottima notizia dato che la Capitaneria ha un ruolo fondamentale in materia».
I rapporti Asset - La stessa Asset, che tra il 2021 e il 2022 ha realizzato una serie di rilievi batimetrici e tridimensionali dei fondali e delle aree portuali di tutta la Puglia, ha messo a disposizione i suoi rapporti che rappresentano una parte degli studi preliminari a qualsiasi intervento. «Da tempo abbiamo consegnato il nostro rapporto al Comune di Bari, che ce lo aveva chiesto così come hanno fatto altri Comuni come Giovinazzo o Fasano. Abbiamo messo a disposizione rilievi molto utili perché, anche se resta da fare la caratterizzazione del sedimento, ad esempio dicono già qual è la profondità attuale dei porticcioli».
Non solo. Asset affiancherà Mola di Bari nelle operazioni di risistemazione del porticciolo: «Il Comune – precisa Sannicandro - ci ha chiesto formalmente un supporto per avviare le attività di caratterizzazione che faremo al più presto. Abbiamo i rilievi ma non ancora un cronoprogramma. Vista la disponibilità espressa della Capitaneria, procederemo anche a chiedere qualche consiglio all’ammiraglio Leone».