Vita notturna
Bari, a rischio il futuro del Cellar, i residenti: «In via Principe Amedeo non si dorme»
Esposto in Questura e pec alla Polizia locale. Decaro «Il sindaco non ha certo il potere di decidere se aprire o chiudere»
Il Cellar torna a fare rumore non soltanto per l’inaugurazione di sabato scorso (tutto esaurito), che ha riportato nel locale di via Principe Amedeo gli amanti della musica Anni ‘70 e ‘80 (e non solo), ma anche per le denunce dei residenti. Secondo chi abita ai primi piani dell’edificio nulla è cambiato rispetto al passato: l’inquinamento acustico permane e infastidisce causando disagi. «Dopo oltre dodici anni - afferma Gianluca Valentini - mi sembra di essere tornato nell’incubo. Io abito al secondo piano e vi garantisco che non si riesce a dormire. Non riesco a comprendere come possa riproporsi l’odissea finita nel 2010, quando si concluse un lungo contenzioso sia in sede civile sia in sede amministrativa che sancì la chiusura dell’attività. Ci sono delle sentenze che stabiliscono chiaramente come non si possa fare intrattenimento né somministrazione di alimenti e bevande. Mi piacerebbe capire cosa sia cambiato nel frattempo, considerando anche che nel maggio del 2020, dopo una ispezione della Polizia municipale avvenuta il 20 dicembre 2019, è stata emanata una ordinanza sindacale con la quale è stata disposta l’immediata cessazione, cito testualmente, “dell’esercizio abusivo dell’attività di pubblico intrattenimento e di somministrazione di alimenti e bevande”».
LICENZA Il ritorno del club, in effetti, è datato fine 2019. Poi il Covid ha causato una sospensione. Già allora, però, si ebbero le prime avvisaglie di quello che sarebbe potuto accadere, nonostante uno dei soci, Pasquale Dioguardi, ribadisca l’adeguamento strutturale e la regolarità dell’esercizio. «Tanto per cominciare - dice - abbiamo una regolare licenza (nel locale si comincia intorno alle 21 con una cena, su prenotazione, per poi ballare con i dj storici Enzo Veronese, Pasquale Trentatré e Nicola di Venere alla consolle). Inoltre - ribadisce Dioguardi - abbiamo investito su un nuovo sistema acustico, grazie al quale il locale non ha più i problemi che causarono la chiusura nel 2010. Avvenne per lo sforamento di tre decibel del tetto massimo. All’epoca avevamo impianti da cinquemila watt con quattro casse totali. Oggi è diverso: ci sono quindici casse direzionate all’altezza delle orecchie delle persone, quindi sono sufficienti complessivamente 100 watt per elemento, per complessivi 1500 watt. Abbiamo fatto le rilevazioni acustiche nei vari piani del palazzo e non sforiamo più il limite. A ciò si unisce anche un sistema di disaccoppiamento delle strutture portanti che impedisce il propagare delle vibrazioni. Peraltro, il 3 dicembre del 2019 inviammo una pec in cui chiedevamo un sopralluogo nelle unità abitative, ma non c’è stato mai riscontro. Proprio ieri si è deciso con il nostro avvocato di mandarne un’altra. Siamo certi della nostra posizione, non abbiamo nulla da temere. Per noi la questione è risolta».
PROTESTA La controversia, in realtà, pare appena (ri)cominciata. C’è intanto un esposto in Questura per molestie (e c’è chi si è lamentato anche per aver sentito schiamazzi in strada fino alle 2 di domenica), così come c’è una richiesta da parte dei residenti di accesso agli atti, presentata all’assessorato alle Attività produttive del Comune per verificare che sia tutto in regola. Ma ci sono anche pec inviate alla Polizia locale. «Abito a Bari in via Principe Amedeo 152. Riguardo al Cellar, vorrei sapere da codesto Comando come abbia potuto riaprire sabato scorso visto che esistono una ordinanza del sindaco risalente al 2009, riguardante le emissioni sonore, e una del maggio del 2020, che proibiscono in quei locali di svolgere attività di intrattenimento. Il locale "spaccia" oltretutto per uscita di sicurezza una microscopica uscita su via Principe Amedeo che non possiede le misure volute dalla legge circa la sicurezza. Sui media oltretutto viene detto che svolge attività di ristorazione con uno chef e la mia domanda è anche: come si può svolgere attività di ristorazione e quindi cucina sotto il livello stradale visto che per legge anche questo è proibito?».
DECIBEL Torna dunque la guerra dei decibel, sulla quale è intervenuto anche il sindaco, interpellato durante la trasmissione di lunedì scorso Chiama Decaro su Telebari. «Non è prevista una autorizzazione comunale per poter aprire un locale - ha affermato il primo cittadino, che è stato invitato in diretta televisiva da Valentini a recarsi nell’abitazione di via Principe Amedeo per rendersi conto personalmente della situazione -. Il settore è liberalizzato. Si comunica una Scia per la somministrazione di alimenti e bevande. Noi non diamo autorizzazioni. Dopodiché la musica è legata a una norma nazionale e a un regolamento comunale. Si può diffondere la musica entro i limiti stabiliti. Se si ritiene che siano superati si fanno dei controlli, come è successo anche in passato. Da sindaco non posso certo proibire che ci sia una attività. Le ordinanze sindacali, che sono temporanee, sono legate a sanzioni comminate dopo le verifiche (il 20 dicembre 2019 fu contestato un illecito amministrativo perché «era in atto un pubblico intrattenimento, e precisamente una convention denominata “Paint Your Future”, in assenza della prescritta autorizzazione di pubblico intrattenimento» - n.d.r.). Se ci sono problemi, comunque, solo l’Arpa per legge può fare rilevazioni. Io non ho potere di aprire o chiudere».
Stasera al Cellar si tornerà a danzare, ma si prefigura un altro balletto al ritmo di carte bollate. In questo caso, però, il divertimento non è affatto assicurato.