Lo scandalo
Bari, abusi sulle pazienti, a processo il ginecologo Miniello
«Rapporti sessuali come cura anti-cancro». Il processo comincerà il prossimo 6 aprile. Parti civili le 20 presunte vittime del medico e 12 associazioni, fra queste l'Ordine dei medici
BARI - Giovanni Miniello sarà processato per i presunti abusi sessuali commessi su decine di ex pazienti durante le visite. Il ginecologo barese 70enne, balzato ormai più di un anno fa agli onori delle cronache per i video hot mandati in onda sulla tv nazionale, è stato rinviato a giudizio dal gup Alfredo Ferraro. Accogliendo la richiesta della Procura, il giudice ha deciso che Miniello risponderà dinanzi ad un collegio di togati di violenza sessuale, tentata e consumata, e lesioni personali su venti donne, 19 delle quali sono costituite parti civili. Accanto a loro, chiederanno i danni dieci tra associazioni e centri antiviolenza di tutta la Puglia, tra cui Giraffa di Bari, La Luna di Brindisi, «Iosonomia» di Bitonto, Riscoprirsi di Andria, Pandora di Molfetta, l’osservatorio «Giulia e Rossella» di Barletta e le associazioni «Sud est donne» di Martina Franca e «Fermi con le mani». Ieri si è costituito anche l’Ordine provinciale dei Medici, rappresentato dall’avvocato Roberto Tartaro.
In una lunga udienza preliminare iniziata poco dopo mezzogiorno e conclusasi con la decisione del gup in serata, le decine di avvocati che rappresentano le presunte vittime hanno depositato memorie e discusso. In aula, a rappresentare l’accusa, il procuratore Roberto Rossi con l’aggiunto Giuseppe Maralfa e la sostituta Larissa Catella, i quali hanno insistito perché Miniello venisse rinviato a giudizio per tutti i reati e gli episodi contestati, eccetto una vicenda risalente al 2011 che secondo i pm è ormai prescritta. La difesa, dal canto suo, ha sollevato una serie di articolate questioni, eccependo, tra le altre cose, l’inutilizzabilità degli accertamenti irripetibili fatti sui dispositivi informatici e la improcedibilità delle querele - ritenute tardive - di alcune delle presunte vittime. Il gup, sciogliendo la riserva al termine dell’udienza non si è espresso sul merito delle eccezioni, rinviando ai giudici che processeranno Miniello le dovute valutazioni.
«Il dibattimento - ha commentato a margine l’avvocato Roberto Eustachio Sisto, co-difensore dell’imputato con la collega Lia Mendicini - è la sede naturale per fare emergere nella pienezza del contraddittorio la insussistenza di ogni responsabilità del mio assistito».
La prima udienza è fissata il 6 aprile. Miniello, arrestato il 30 novembre 2021 per violenza sessuale aggravata su due pazienti, per averle molestate durante le visite, e dal 22 aprile 2022 sottoposto per un anno alla misura interdittiva, è accusato di aver proposto alle sue pazienti rapporti sessuali come «cura» per il papillomavirus. Avrebbe prospettato loro, cioè, «possibilità di guarigione clinica dalla patologia attraverso la terapia mediante la diretta trasmissione di anticorpi, cioè avendo rapporti sessuali con lui».
Durante le visite, poi, avrebbe molestato le donne palpeggiando parti intime o tentando di baciarle. In una occasione «dopo aver terminato la visita - ricostruisce la Procura - , si avvicinava alla ragazza mentre era intenta a rivestirsi, chiedendole di mostrargli il seno, quindi, senza effettuare alcuna visita senologica, da lei peraltro non richiesta, le afferrava con mossa repentina entrambi i seni che stringeva e accarezzava dicendole “a me piacciono le donne con il seno piccolo” a solo scopo di libidine, perché con modalità tecnicamente non corrispondenti a quelle della palpazione senologica finalizzata alla prevenzione del carcinoma mammario». Secondo la Procura le proposte di rapporti sessuali come cure sarebbero state fatte con minaccia, «per il timore , si legge negli atti - cagionato alla persona offesa di esporsi a pericolo di vita in caso di rifiuto». I fatti contestati risalgono agli anni 2010-2021, in certi casi denunciati molto tempo dopo. I racconti di alcune di queste donne, poi, sono stati cristallizzati in un incidente probatorio.
In alcuni casi questi comportamenti avrebbero causato alle pazienti lesioni personali «di tipo cronico» consistenti in «disturbo da stress post traumatico», attacchi di panico, stati d’ansia e disturbo depressivo.
Dalle dichiarazioni delle ex pazienti è emerso che il medico avrebbe prospettato il rapporto sessuale completo anche come terapia di fertilità, per esempio ad una 44enne che manifestava da tempo difficoltà di concepimento e, dichiarandosi esperto di sessuologia, avrebbe mostrato come praticare atti di autoerotismo.