La cerimonia
Il bitontino monsignor Piccinonna nominato vescovo di Rieti
«Porto con me il volto dei poveri coloro che mi hanno insegnato di più»
BARI - Un «Sì, lo voglio» deciso, che pure tradisce l’emozione e la gioia per il suo «matrimonio» con la Diocesi di Rieti. Celebrato da Mons. Giuseppe Satriano, il suo vescovo a Bari-Bitonto, e suggellato dalle lacrime, che prima inumidiscono gli occhi, durante l’ordinazione, e poi solcano il viso, dopo l’abbraccio con mamma Maria, papà Giuseppe e tutta la sua famiglia, «prima esperienza di Chiesa vissuta». Primo tassello di un percorso di fede, che alle 11.48 di ieri l’ha visto sedere per la prima volta sulla sua «cattedra». Il bitontino Monsignor Vito Piccinonna è ufficialmente il vescovo di Rieti. Diocesi in cui è entrato in punta di piedi, imbarazzato e con il sorriso e la mano tesa verso tutti. «Come pellegrino» ha detto nel suo discorso di ringraziamento alla fine della celebrazione. «Porto con me - ha aggiunto il neo vescovo più giovane d’Italia - nella mia bisaccia, il volto e la storia di tanti che mi hanno insegnato, a volte a loro insaputa, ad amare di più».
Il pensiero alla famiglia, ai parenti e agli amici, ai parroci diventati sue guide spirituali, che ieri sono stati in Cattedrale. Ma anche e soprattutto agli ultimi. «Grazie al Dio della vita per la presenza dei poveri nella mia vita. So per davvero di aver ricevuto molto più di quanto ho pensato di dare loro. Da loro è arrivato a me uno dei più grandi doni: mi hanno restituito spesso alla verità di me stesso, riconsegnandomi le mie personali povertà (e sono tante!), mi hanno insegnato a saper gioire di ciò che sono e di ciò che ho, chiamandomi ad una maggiore condivisione».
«Vorrei che mi sentiste come uno di casa, uno di famiglia, con-cittadino di Rieti come pure dei 40 Comuni di cui si compone la nostra Diocesi - ha detto a tutta la comunità - , con uno sguardo attento e paterno che vorrò avere anche per la più piccola delle frazioni della nostra terra, una terra sconvolta dal sisma». Alle popolazioni di Accumoli e Amatrice, a cui farà visita oggi, è dedicato infatti anche il suo calice, realizzato proprio con le pietre delle città terremotate. Semplicissimo il suo pastorale e le decorazioni in chiesa, realizzate con rose bianche e rametti d’ulivo, a richiamare le sue radici bitontine e il suo stemma. «Il Signore ti affida i volti e le storie che ad essa appartengono. Per loro ti chiede pazienza, amorevolezza, generosità, santità di vita. Lascia danzare lo Spirito di Dio dentro di te e libero da ogni paura e timore vivi con coraggio le sfide che ti attendono, sapendo essere accanto alle ferite di tutti» l’augurio per il neo vescovo di Mons. Giuseppe Satriano, il primo ad imporre le mani su di lui nell’ordinazione, a cui hanno partecipato il Cardinale Marcello Semeraro, prefetto vaticano per le cause dei santi, e trenta vescovi di Albania, Slovacchia e da tutta Italia (tra loro anche il suo predecessore alla guida della Basilica dei Santi Medici, Mons. Francesco Savino, e l’arcivescovo emerito di Bari-Bitonto, Mons. Francesco Cacucci). C’erano anche i rappresentanti della chiesa ortodossa e l’imam della moschea reatina. In prima fila per la cerimonia il vice presidente del Consiglio, Antonio Tajani. Prima dell’ordinazione, Mons. Vito Piccinonna, recatosi in preghiera a Greccio all’alba, è stato accolto dal sindaco di Rieti, Daniele Sinibaldi, cui ha mostrato collaborazione e volontà di ascoltare.
«Troverai un vescovo della porta accanto, che ti sarà accanto» ha detto al suo collega il sindaco bitontino, Francesco Paolo Ricci, giunto a Rieti con una delegazione comunale. Dalla comunità di Bitonto, Palombaio e Mariotto, poi, un dono alla diocesi: nell’orto del Palazzo Papale sarà infatti impiantato un ulivo millenario, simbolo di pace e fratellanza. Don Vito «saprà creare speranza e coltivare con la sua creativa dinamicità la presenza caritativa», la certezza della città dell’olio, riportato sulla targa posizionata accanto alla pianta. Dopo la celebrazione, il vescovo ha salutato i tanti bitontini accorsi nella sua nuova città. Tra di loro, una rappresentanza della Parrocchia dei Santi Medici, che ha dedicato al suo ormai ex rettore speciali serenate.