Il caso

Il Tar di Bari dice «no» a Massimo Cassano: resta fuori dall'Arpal

Massimiliano Scagliarini

Rigettata la sospensiva chiesta dall'ex direttore generale. I giudici amministrativi: non ci sono atti formali

BARI - I giudici amministrativi non possono rimettere Massimo Cassano alla guida dell'agenzia Arpal, perché “allo stato” mancano atti formali da parte della Regione che sanciscano la destituzione dell'ex direttore generale. Il Tar di Bari ha detto “no” per la seconda volta all'ormai ex manager, decaduto il 4 novembre dopo l'entrata in vigore della legge regionale voluta da Pd e Cinque Stelle per mandarlo a casa dopo le assunzioni di parenti di appartenenti al suo partito politico Puglia Popolare nell'agenzia per il lavoro.

Il rigetto della richiesta di sospensiva presentata dai legali dell'ex direttore generale significa dunque che alla guida dell'Arpal resta la commissaria Silvia Pellegrini, ma non significa che la battaglia giudiziaria sia finita. Cassano potrebbe infatti tornare davanti al Tar dopo che saranno scaduti i termini della diffida fatta a novembre, oppure potrebbe rivolgersi al giudice del lavoro.

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