Disservizi

Cardiopatie, il «cuore» del problema: a Bari «prestazioni a ostacoli»

Flavio Campanella

Serve un mese per una visita cardiologica urgente (entro 72 ore)

BARI - «Le liste d’attesa sono diventate barriere di accesso alle strutture sanitarie sempre più invalicabili. Chiediamo sempre più insistentemente alle autorità sanitarie della Asl Bari, territorio di maggiore operatività della nostra associazione, di offrire un’assistenza sanitaria uniforme e altamente qualificata, anche mettendo a disposizione del personale medico e paramedico strutture e apparecchiature elettromedicali efficienti e costantemente manutenute. Spesso invece i pazienti cardiopatici, e tutti gli altri a rischio vita, sono costretti a viaggi della speranza per poter eseguire esami o visite mediche». Angelo Lobefaro, è il presidente di Amici di Cuore, organizzazione di volontariato della Città Metropolitana inserita nel Conacuore, il coordinamento nazionale associazioni del cuore, presente in Italia dal 2014 per diffondere la prevenzione delle patologie cardiovascolari, prima causa mondiale di mortalità, per educare il cittadino alla salute, con il perseguimento di corretti stili di vita e per supportare i pazienti cardiopatici tutelando i loro diritti. «È urgente per i soggetti istituzionali dare risposte e non trincerarsi nel silenzio. Negli ultimi mesi l’associazione ha ricevuto telefonate e contatti sui social da parte di iscritti e non che segnalavano disservizi della sanità sul nostro territorio. Ma i nostri sforzi non hanno ottenuto gli effetti sperati».

Non si contano i casi di segnalazioni che si riferiscono esclusivamente alle finalità specifiche della onlus. «Nelle ultime settimane le denunce sono state continue. A volte riusciamo a risolvere i problemi, come nel caso di un cardiopatico grave che non era riuscito a prenotare visita e controlli. Ma non sempre è possibile, tranne che se ci si rivolge ai privati. Emblematico è il caso di un soggetto diabetico e cardiopatico che ha provato da giugno inutilmente, perché le liste risultavano chiuse, a prenotare un ecodoppler dei tronchi sovraortici i cui esiti sono necessari per una vista di un consulto cardiologica programmata per venerdì prossimo. La questione delle liste chiuse, che significa allungamento delle liste d’attesa, nel pubblico e nel privato convenzionato è un bubbone da estirpare. Il disservizio ci è stato segnalato anche recentemente. Altre notizie ci giungono in relazione allo stato di efficienza delle attrezzature elettromedicali a volte non funzionanti o in manutenzione».

Riguardo alle patologie segnalate da Amici di Cuore, basti dire che per una visita cardiologica urgente (entro 72 ore) in provincia di Bari è necessario attendere 30 giorni (su 199 prenotazioni nel quarto trimestre di quest’anno solo l’11% ha rispettato il tempo massimo), mentre ce ne vogliono 36 per una dopplergrafia dei tronchi sovra aortici, 24 per un elettrocardiogramma (34 se dinamico) e 21 per una dopplergrafia cardiaca. Per le prestazioni da eseguire entro 10 giorni (classe B, breve) la situazione cambia poco. Un consulto dal cardiologo è possibile dopo 56 giorni (su 573 prenotazioni solo una su quattro rispetta i tempi), fare una dopplergrafia dei tronchi sovra aortici significa aspettare quasi tre mesi (84 giorni). Per un elettrocardiogramma l’attesa è di 37 giorni (46 se dinamico) e per una dopplergrafia cardiaca di un mese e mezzo. Anche se differite (entro 30 giorni per le visite e 60 per gli accertamenti diagnostici) le prestazioni vanno di gran lunga oltre il consentito: 81 giorni per la visita, 102 per una dopplergrafia dei tronchi sovra aortici. L’accusa di Lobefaro è dunque suffragata dai fatti e punta dritta al… cuore del problema. «Qualcuno spesso dimentica che la cura della salute - dice - è un diritto previsto dalla costituzione. L’aggravamento delle cardiopatie non segue le liste d’attesa. Diventa urgente uniformare in efficienza e funzionalità il servizio sanitario territoriale, in particolare quello cardiologico, tenendo presente anche che l’utenza, formata da pazienti cardiopatici prevalentemente anziani, ha spesso difficoltà di spostamento già all’interno del territorio urbano, immaginiamo se dovesse raggiungere presidi ospedalieri e poliambulatori della provincia».

Privacy Policy Cookie Policy