Caos aerei
Salta il viaggio in Islanda per una famiglia barese: «Ora ci paghino i danni»
Due coniugi con il figlio domenica scorsa avrebbero dovuto avrebbe dovuto imbarcarsi alle 11.30 da Capodichino ma il volo è stato cancellato: «Avevamo prenotato un tour e un’auto a noleggio per 7 giorni»
La gioia di partire per le meritate vacanze, dopo un anno intenso di lavoro. La rabbia di vedere sfumare all’improvviso quel sogno. È quello che è accaduto a una famiglia barese, vittima domenica scorsa - come tantissimi italiani a causa dello sciopero di piloti e assistenti di volo delle compagnie low cost, del personale della vigilanza privata e di sicurezza degli scali e dei controllori dell’Enav - di un volo cancellato che avrebbe dovuto portarli a Reykjavìk, in Islanda.
Luigi Saracino, con moglie e figlio, domenica mattina alle 11.30 avrebbe dovuto imbarcarsi sul volo per l’Islanda dall’aeroporto di Capodichino a Napoli, ma per cause ancora sconosciute la partenza non è mai avvenuta. L’orario del decollo infatti non rientrava in quello annunciato dello sciopero che ha paralizzato gli aeroporti italiani, ma alla famiglia Saracino, come a tutti gli altri passeggeri di quel volo, è stata impedita la partenza.
Questo il racconto del malcapitato: «Sabato l’agenzia ha fatto il check in on line senza problemi e infatti il nostro volo risultava ancora in partenza e così è stato fino alla mattina, quando siamo arrivati in aeroporto. D’un tratto sui tabelloni il nostro volo, della compagnia Wizz Air, è stato cancellato. Sul posto la compagnia non ci ha dato alcuna informazione né motivazione, anche perché essendo il nostro volo fuori dagli orari dello sciopero (dalle 14 alle 18) avrebbe dovuto essere garantito. Ci hanno mandato in un ufficio dell’aeroporto di Capodichino e poi alla Ryanair a chiedere se ci fosse disponibilità per andare a Roma e prendere dalla Capitale il volo per Reykjavìk, ma era tutto occupato. L’agenzia con la quale abbiamo acquistato il pacchetto di viaggio non sapeva che pesci prendere e non lo sa tutt’ora. Stanno procedendo per richiedere il rimborso ma non si sa come andrà a finire».
Insomma, un incubo, di quelli che di solito si vedono nei film in cui i viaggiatori sono costretti a rocambolesche avventure per raggiungere la destinazione delle vacanze. Purtroppo però, questa volta è tutto vero, e di vacanze, per ora, neanche l’ombra. «La cosa più assurda è che non ci hanno dato spiegazioni, non ci hanno dato alternative - continua Saracino -. Siamo dovuti tornare a casa e basta. E ora stiamo vedendo da soli di organizzarci da qualche altra parte. Andremo dall’avvocato per capire come far valere i nostri diritti. Con gli altri passeggeri domenica si era pensato di fare una class action ma poi ci siamo dispersi e non so più nulla a riguardo».
La famiglia Saracino aveva prenotato un tour in Islanda per girarla in lungo e in largo, avevano prenotato anche un’auto per tutta la settimana e ovviamente hotel e ristoranti. Per un costo di quasi 5mila euro per tre persone. E invece domenica pomeriggio sono stati costretti a tornare a casa. «La rabbia è tanta anche perché tutti coloro che avevano prenotato un volo nella fascia dello sciopero, sono stati avvisati in tempo dell’annullamento e quindi hanno potuto regolarsi di conseguenza, invece noi no. Siamo andati a Napoli inutilmente, abbiamo dovuto pernottare una notte e pagare il parcheggio della macchina in aeroporto che non ci hanno voluto rimborsare. Tra l’altro, ci hanno anche sbeffeggiato visto che quando abbiamo chiesto cosa avremmo potuto fare, un operatore della Wizz Air ci ha detto che avremmo potuto chiamare il numero verde, prima di ridere sapendo che c’era lo sciopera. Adesso stiamo cercando qualcos’altro last minute e rinnovando del tutto i nostri bagagli visto che avevamo acquistato tutto l’abbigliamento necessario per il freddo dell’Islanda».