Il caso

La prof universitaria No-vax di Bari, il Tar: «Giusto sospenderla»

Massimiliano Scagliarini

Bari, i giudici amministrativi respingono il ricorso di una ordinaria secondo cui la campagna vaccinale è «inutile»

BARI - Dal 1° febbraio scorso l’obbligo vaccinale vale anche per i docenti universitari, tra gli ultimi ad essere inseriti nel novero delle categorie a rischio per le quali non basta possedere il green pass. È per questo che il Tar di Bari ha respinto il ricorso presentato da una professoressa ordinaria dell’Università di Bari, sospesa dal servizio l’8 febbraio perché non risultava in regola: chiedeva di sollevare la questione di incostituzionalità dei decreti del governo Draghi ritenendo oltretutto «inutile» l’obbligo, oltre a pretendere il pagamento degli stipendi arretrati. Ma i giudici amministrativi hanno detto che è giusto così.

Il Tar di Bari (Prima sezione, presidente Scafuri, estensore Blanda) si conferma dunque un baluardo nella difesa delle norme poste a presidio della salute pubblica. «La previsione dell’obbligo vaccinale anche per il personale delle università», è scritto in sentenza, «si colloca razionalmente tra le misure introdotte dal legislatore per assicurare lo svolgimento dell’attività di docenza in condizioni tali da ridurre al massimo il concretizzarsi di situazioni di pericolo per la salute pubblica (in primo luogo dello stesso personale universitario esposto per ragioni attenenti alla professione e poi dei cittadini) in quanto in grado di incentivare l’estendersi della pandemia». La misura che impone l’obbligo di vaccino, secondo i giudici, «risulta correttamente e scientificamente giustificata alla luce dell’autorevolezza degli studi e delle ricerche effettuati dagli Enti statali istituzionalmente competenti in materia di sicurezza sanitaria»...

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