Turismo
A Bari Pasqua col pienone: «Quasi come a luglio»
Boom in città: 80% di presenze nelle strutture ricettive
Fra guerra e Covid, vince la Pasqua. Non sarà come a Natale, quando i timori per il virus indussero molti a disdire le prenotazioni lasciando con un palmo di naso gli operatori. Secondo Confindustria Turismo, nella seconda metà di aprile sarà diverso, addirittura ci si avvicinerà, almeno nel capoluogo, ai livelli di luglio dello scorso anno. L’associazione delle imprese del settore ha calcolato che nei prossimi due fine settimana, comprendendo dunque anche i giorni fino alla Festa della Liberazione, si raggiungerà l’80% delle presenze nelle strutture ricettive. Si sfiorerà dunque il tutto esaurito, soprattutto in città, complice l’arrivo dei turisti stranieri che rappresentano il 40% dei visitatori, cui si aggiunge il 60% degli italiani provenienti prevalentemente dal Nord. «Quest’anno la stagione - afferma Cosimo Ranieri, presidente della sezione Turismo di Confindustria Bari e BAT - è cominciata in anticipo rispetto ai due anni precedenti. Nel 2020 si aspettò luglio, l'anno scorso siamo partiti a giugno. Stavolta per fortuna siamo tornati alle abitudini pre Covid, favoriti da una minore pericolosità del virus che sta inducendo i viaggiatori a muoversi con meno titubanza. Finora c’è stata la spinta congressuale, che fa già bene sperare anche per settembre e oltre. Adesso siamo nel pieno degli arrivi di stranieri e italiani in concomitanza con una serie di iniziative programmate. Penso, ad esempio, alla mostra di Banksy al teatro Margherita, ma non solo».
Insomma, c’è una maggiore propensione agli spostamenti, legati al tempo libero, per partecipare a un appuntamento sportivo (come la rievocazione del Gran Premio di Bari prevista dal 22 al 25) oppure a un evento culturale (il Bif&st quest’anno ha fatto da apripista) o semplicemente per visitare i luoghi più belli della provincia. «La maggior parte delle richieste sono arrivate nelle ultime due settimane. Non c’è dubbio - continua Ranieri - ci sia una bella fetta di tedeschi, francesi, e in genere di europei, che hanno deciso di recente di raggiungerci per vedere Bari, che ha molto migliorato il suo posizionamento negli ultimi anni. Ma evidentemente il capoluogo è visto anche come un punto di approdo per poter poi visitare la provincia: Polignano, Monopoli, Alberobello su tutti. Viste le premesse, siamo molto ottimisti anche per la stagione estiva. Posso dire che sono state già assegnate diverse camere anche per giugno, luglio e agosto, sebbene sia latente la preoccupazione per la guerra in corso in Ucraina. In ogni caso le formule che vengono proposte sono tali da favorire eventuali ripensamenti. Garantiamo la possibilità di rinunciare senza particolari penali. Riteniamo così di incentivare le presenze in modo da avvicinarci ai livelli pre pandemici. Purtroppo il conflitto è una variabile che speriamo non intervenga, fermo restando che un effetto dannoso per il settore c’è già stato, dal momento che abbiamo perso i russi, legati al culto di San Nicola».
Intanto, sono ormai introvabili posti a sedere in ristoranti e agriturismo di tutta la provincia, dove i baresi si riversano a Pasqua e Pasquetta come nella migliore tradizione. Soltanto in pochissimi hanno ceduto alla tentazione di lasciare la regione («optando maggiormente per le città d’arte italiane - afferma Raffaele Scialpi, socio di Italvacanze, agenzia di viaggi con sede a Bari in via Piccinni -. Solo qualcuno volerà per una settimana nelle località del Mar Rosso. In generale, vista la situazione, ci si prepara più che altro alla vacanza estiva»). Sia per domenica sia per lunedì trovare una sistemazione è ormai quasi impossibile, a meno di approfittare di qualche rinuncia. «Nelle scorse settimane c’è stato poco movimento - afferma Dino Saulle, presidente della Fipe-Confcommercio Ristoratori Bari e Bat -. Abbiamo avuto cene con due persone, pranzi addirittura senza clienti. Queste giornate ci daranno un minimo di respiro, ma in realtà non fanno granché testo. Anzi, mi auguro non ci siano defezioni dell’ultimo momento per il Covid. Poi bisognerà vedere cosa accadrà già dal successivo fine settimana e, soprattutto, nei mesi a venire. La situazione non è facile perché siamo nel pieno di un rialzo dei prezzi impressionante sia sul fronte delle bollette energetiche sia riguardo alle materie prime. Per fare un esempio classico, ho pagato l’agnellone a 17 euro al chilo, 4 in più del solito. La clientela avrà senz’altro notato delle differenze nei menù fissi pasquali. Ci sono ritocchi che vanno dal 10 al 20%, quindi è difficile pagare un pranzo meno di 45-50 euro. Spesso, per rientrare in parte dei costi, viene offerta qualche portata in meno. I baresi in questi giorni di festa accetteranno le condizioni. Ma dopo?».