EMERGENZA UCRAINA
All'ospedale «Miulli» di Acquaviva un ambulatorio di assistenza ai profughi
Il servizio sanitario è promosso dalla Caritas e si avvarrà del volontariato del personale medico e infermieristico
ACQUAVIVA DELLE FONTI - Guerra in Ucraina: l'ospedale «Miulli» attiva un ambulatorio di assistenza sanitaria ai rifugiati. «L’emergenza del conflitto armato in Ucraina - evidenzia una nota stampa del nosocomio - scuote gli animi dell’ospedale Miulli di Acquaviva delle Fonti, che per fornire un aiuto concreto ai rifugiati dalla guerra ha attivato un ambulatorio finalizzato a fornire assistenza sanitaria specialistica. L’ambulatorio è promosso dalla Caritas Diocesana di Altamura – Gravina – Acquaviva delle Fonti con il sostegno dell’Aris (Associazione Religiosa Istituti Socio Sanitari) e si avvarrà della collaborazione volontaria di tutto il personale medico e infermieristico dell’Ospedale Miulli nonché di tutti coloro che vorranno dare la propria disponibilità».
La Caritas, che si occupa di raccogliere le richieste dei cittadini ucraini, viene spiegato che «mette inoltre a disposizione caregiver e mediatori socio-linguistici per coloro che vengono assistiti dai medici del Miulli. La responsabilità del servizio ospedaliero è affidata alla Dott.ssa Angela Linzalone, coadiuvata dalla Dott.ssa Albachiara Muccio e dall’Ing. Vincenzo Del Buono». Tali spazi all’interno del Miulli intendono essere un luogo di accoglienza e cura per coloro che non sono ancora in possesso di un regolare permesso di soggiorno e di coloro che, per motivi sociali, culturali ed economici, vengono ad essere privati della possibilità di avere accesso ad una assistenza sanitaria, con un’attenzione particolare per i bambini.
Il «Miulli» rende anche noto che «in ospedale sarà anche presente un mediatore linguistico di lingua ucraina, affiancato da un operatore Caritas, che si metterà in ascolto sia di chi è giunto nelle nostre città sia di coloro che desiderano offrire ospitalità, contributi e servizi a favore dei migranti. In questi mesi la diocesi ha raccolto la disponibilità di cento famiglie che, in modalità diversa, collaboreranno per le accoglienze».