i dubbi sull'operazione
A Bari un nuovo radar meteo, ma ce ne sono altri due abbandonati
L’apparecchio da 2milioni di euro della Protezione civile nazionale è stato «girato» alla Puglia e posizionato nell'aeroporto
BARI - Una delle ultime firme che Mario Lerario (ora ai domiciliari) ha apposto prima di essere arrestato riguarda le spese per il collegamento del radar meteorologico installato all’aeroporto di Bari. Un gioiellino da quasi 2 milioni di euro che la Protezione civile nazionale ha acquistato dalla multinazionale Selex (società del gruppo Leonardo) e poi «girato» alla Puglia. La stessa Puglia che ha già, da anni, due radar meteo comprati con fondi europei, rimasti praticamente inutilizzati.
Potrebbe essere soltanto una storia di ordinario spreco di fondi pubblici. Ma una relazione del nuovo capo della Protezione civile, Nicola Lopane, fa emergere qualche perplessità. La presenza dei due radar inutilizzati a Mesagne e Torchiarolo viene infatti denunciata da tempo dal fisico Franco Prodi, meteorologo, ex direttore dell’Istituto di scienze dell’atmosfera del Cnr che intorno al 2016 ha ottenuto per quei due dispositivi circa 1,6 milioni di euro di fondi europei dalla Regione. E nel febbraio scorso il consigliere regionale Fabiano Amati ha chiesto chiarimenti.
È emerso che il radar di Mesagne in realtà non funziona (anche per la mancanza di alcuni apparati elettronici «ad eccezione del trasmettitore»). E che invece quello di Torchiarolo, installato nel 2011, «risulta avere buone condizioni logistiche oltre che posizione favorevole all’osservazione», ma necessiterebbe di alcuni interventi tecnici per il collegamento alla rete radar nazionale della Protezione civile. È per questo che la Protezione civile pugliese lo scorso anno ha valutato «la possibilità di acquisire in comodato d’uso il sito e l’infrastruttura di Torchiarolo» dal Cnr: a novembre 2020 è stato predisposta una bozza di protocollo di intesa. Ma a gennaio, scrive Lopane nella sua relazione, dal Cnr «è stata prospettata la “vendita” come unica opzione di trasferimento dell’infrastruttura di Torchiarolo», ipotesi impossibile «trattandosi di un bene realizzato con i fondi Fesr 2007-2013 della Regione Puglia e il co-finanziamento regionale».
Eppure già a gennaio 2020 la Protezione civile pugliese aveva avviato l’iter per l’installazione (all’aeroporto di Bari) di un nuovo radar meteo, quello poi effettivamente attivato a novembre. Dal punto di vista tecnico i due radar, quello di Torchiarolo e quello nuovo di Bari Palese, sono molto diversi: il primo opera in banda C, il secondo in banda X. E, come spiega una fonte dell’Aeronautica militare (che gestisce una propria rete di rilevamento meteo) «normalmente per le applicazioni meteo si preferiscono radar in banda C, quelli in banda X sono adattati da altre applicazioni ma non sono ottimali per via dell’assorbimento atmosferico che si verifica alle basse lunghezze d’onda». In altre parole, è meno preciso: «Il nuovo radar attivato a Bari - prosegue l’esperto - ha una copertura limitata, circa 70 km, e non risolve nulla sempre ammesso che ci fosse un problema specifico da risolvere. In Puglia era attesa da anni l’installazione di un radar fisso in banda C con un range di 400 km, invece ne è stato montato uno “carrellato”, ordinato tempo fa per usi totalmente diversi».
Le spese affrontate da Lerario per il collegamento alla rete elettrica del radar di Palese (poco più di 10mila euro) sono finite tra quelle che la Procura di Bari sta esaminando nell’ambito dell’indagine sulla Protezione civile. Sul punto non ci sono nè contestazioni né sospetti, ma solo una coincidenza: anche questo affidamento - come molti degli altri finiti sotto esame dopo l’arresto del dirigente - è avvenuto a trattativa diretta.