Il caso
Bari, «ladri per fame»: casi in forte aumento
Il fenomeno coinvolge spesso anziani con pensioni molto basse o disoccupati con famiglia
BARI - Più che ladri sono persone che hanno bisogno di mangiare, di vestirsi, di procurarsi piccoli oggetti di uso quotidiano. A dirlo sono coloro che assistono con i propri occhi all’impennata di un fenomeno preoccupante. A rubare nei negozi, nei supermercati, sulle bancarelle sono spesso donne e anziani che non riescono a fare la spesa. Si infilano nella giacca, nei pantaloni, merce da pochi euro, sperando che nessuno si accorga di loro e di quelle strane prominenze sotto gli abiti.
A volte a pagare per loro sono altri clienti oppure chi lavora nel negozio. La pandemia e la crisi economica hanno reso tutti più poveri, peggiorando la situazione. Gli agenti della Squadra Volanti della Questura hanno denunciato 3 persone per aver rubato merce in centri commerciali che si trovano a Poggiofranco e Mungivacca. Il primo è un 28 enne di Monopoli, con qualche precedente, bloccato dagli agenti con una borsa piena di salumi e liquori. Il giovane è stato deferito all’autorità giudiziaria per furto aggravato e possesso ingiustificato di arnesi atti allo scasso. A Mungivacca nella rete dei controlli sono cadute due donne romene di 34 e 29 anni, anche loro già note alle forze dell’ordine che nascondevano generi alimentari insieme ad alcuni oggetti per la casa. Anche loro dovranno rispondere di furto aggravato in concorso.
Salumi, parmigiano, pane. Ma anche lamette da barba e scatolame, profumi e cioccolato, mutande, calze, maglioncini. Non solo: vino, birra e superalcolici. Nei supermercati e gli store di Bari si ruba per fame, ma anche per vestirsi o vestire i propri figli. Sempre più spesso, anche per alimentare il mercato nero in un business clandestino che permette agli autori di queste piccole ruberie di guadagnare qualche euro, pochi ma comunque utili per sbarcare il lunario.
Ogni anno in tutta Italia dai negozi della grande distribuzione in media sparisce merce per circa tre miliardi di euro. Considerando che questa cifra rappresenta tra l'1 e il 2% del fatturato, e che gli utili di un supermercato si aggirano attorno all'1%, si comprende come il fenomeno non possa essere sottovalutato. La crisi ha ucciso il saldo in attivo nei bilanci familiari e così il piccolo esercito dei ladri per necessità è in aumento e molti si accontenta di una «spesa» di pochi euro imboscando beni di prima necessità.
Francesca ha 29 anni e fa la commessa in un supermarket. «Spesso - spiega - in cassa arrivano persone che non hanno neppure quanto basta per pagare un chilo di pane. Cercano di nascondere il “bottino”, poca roba per la verità, in modo abbastanza goffo. Quando me ne accorgo dico loro di mettere la merce sul rullo. Se si tratta di pochi euro a volte ci metto io la differenza. Altre volte non posso farlo. Capita che gli altri clienti in fila si offrano di pagare. Non capita così di frequente, ma capita. A volte le forze dell'ordine intervenute sul posto, fermano il ladro e poi gli pagano il pane e lo zucchero. Spesso sono persone anziane con pensioni da fame».
L’emergenza sanitaria ha aggravato la situazione e chi non riesce ad avere un pasto gratis nelle strutture di accoglienza, si arrangia come può. Cresce anche il numero delle persone di mezza età, disoccupati, a volte sposati e con figli a carico. C’è chi ruba per fame e chi non riesce a trovare soldi per rinnovare la patente o pagare l’assicurazione per la propria auto. Nel corso degli stessi controlli anti Covid infatti gli uomini della Squadra Volante hanno fermato in via Giulio Petroni e denunciato per guida in stato d’ebbrezza, una donna di 44 anni che alla vista della Polizia è fuggita a bordo della sua autovettura. Gli agenti l’hanno raggiunta e controllando i suoi documenti di identità e di guida si sono resi conto che la sua patente era scaduta e l’auto, una vecchia Fiat era sprovvista della copertura assicurativa. Il veicolo è stato sottoposto al sequestro amministrativo al fine della confisca.