Le restrizioni

Primo giorno di Puglia «arancione». Decaro: «Vinciamo se rispettiamo le regole»

Ninni Perchiazzi

Il sindaco di Bari contro il Covid: «Se facciamo i bravi passeremo nella fascia gialla»

Nuovi positivi in città a quota 1.760, in isolamento ce ne sono 2.006. La rinnovata offensiva del Covid non sembra placarsi, il sindaco Antonio Decaro (e presidente nazionale dell’Anci) scende di nuovo in trincea. Semmai l’abbia abbandonata dallo scorso febbraio a oggi, quando le ultime regole, prescrizioni e limitazioni da Dpcm (decreto della presidenza del Consiglio dei ministri) saranno operative, tra bar e ristoranti chiusi 7 giorni su 7, coprifuoco serale alle 22, divieto di spostamenti tra i Comuni e ipermercati con le saracinesche abbassate nel weekend, senza dimenticare il ritorno dell’autocertificazione. Tutto fino al 3 dicembre. Per ora. si potrà quindi uscire per andare a lavorare, fare la spesa o andare a correre, ma la raccomandazione cardine resta di limitare gli spostamenti da casa.

Com’è noto, in Puglia - omaggiata del colore «arancione» insieme alla Sicilia nella speciale graduatoria del pericolo da contagio -, il rischio è valutato medio-alto, per cui le misure sono meno drastiche, ma ugualmente stringenti. Un ritorno al recente passato, temuto e scongiurato da molti, che però non scoraggia il primo cittadino, anche perché nel capoluogo il famigerato «Rt» - il tasso di contagiosità dopo l’applicazione delle misure per contenere il diffondersi del Coronavirus - è basso (vicino all’unità), molto vicino alla fascia «gialla», indicatore di un minor rischio. In Puglia solo Lecce fornisce riscontri migliori.
«Questa battaglia la possiamo vincere in attesa che arrivi un vaccino che trasformi questo periodo in un brutto ricordo», ribadisce nel corso della giornata, non senza nascondere la preoccupazione «per la Puglia e per il resto del nostro Paese».
«Speriamo con queste nuove restrizioni di riuscire a contenere il contagio, che ovviamente, al momento, non si può fermare. Dobbiamo abbassare la curva in modo da non entrare in una emergenza sanitaria, non intasare i reparti ospedalieri e soprattutto le terapie intensive», prosegue, per poi sollecitare i baresi. «Adesso è importante rispettare le regole. Ce la possiamo fare. Rispetto alla prima fase conosciamo il virus, abbiamo cure, ci sono più posti letti, più tamponi, ricordo a me stesso che all’inizio non avevamo nemmeno le mascherine».

Le decisioni anti-Covid del Governo hanno a lungo fatto oscillare la Puglia tra il «rosso» pericolo e il meno allarmante «giallo». «Ci sono criteri oggettivi e le restrizioni sono legate a quei parametri. Noi come sindaci abbiamo chiesto a maggio, nel periodo delle riaperture, di individuare dei parametri in modo trasparente, in modo che i parametri siano leggibili da tutti - asserisce -. In questo modo i cittadini possono capire cosa sta accadendo e diventiamo tutti più responsabili, le Regioni e noi sindaci». «Se rispettiamo le restrizioni facciamo scendere l’indice del contagio e magari, può darsi che le stesse limitazioni si allentino. Se i cittadini contribuiscono si può approdare al meno penalizzante livello giallo», incalza.

Lezioni in presenza o ricorso alla didattica a distanza? È un altro tema a dir poco dibattuto e discusso, con i presidenti di Regione titolari della facoltà di poter adottare delle ordinanze particolari in casi specifici. Come accaduto in Puglia e in Campania, dove i governatori hanno preceduto i Dpcm, per cui almeno per ora valgono le ordinanze. «Spero che i dati numerici che hanno portato a chiudere la scuola subiscono nei prossimi giorni una riduzione, in modo da poter riprendere le attività delle scuole di primo e secondo grado», commenta Decaro.

Dai più giovani alla popolazione più in là con gli anni, le limitazioni alla libertà individuale non tengono conto della carta d’identità, mentre tiene ancora banco la gaffe del presidente della Regione Liguria sulla necessità di fare restare a casa gli anziani, definiti «non indispensabili allo sforzo produttivo del Paese» (Toti dixit). «Il presidente Toti ha espresso una valutazione di carattere statistico, chiedere alle persone di una certa età di non uscire di casa è una privazione di una libertà personale. Possiamo proteggerle in maniera diversa», dice ancora Decaro. «Nella prima fase io sono andato a incontrare le persone anziane, ce n'erano alcune che uscivano più volte al giorno per andare al supermercato o si spostavano senza le motivazioni previste - spiega il primo cittadino -. Sono andato di persona a spiegare loro che restare a casa era per il loro bene, per proteggere la loro salute, dal momento che sono le persone più fragili soprattutto se hanno patologie».

Nuclei familiari in difficoltà, famiglie indigenti, persone bisognose d’aiuto e assistenza, non verranno abbandonate a se stesse. «Abbiamo rimesso in piedi la macchina della solidarietà, grazie a tanti volontari, amici e imprenditori che ci permettono di seguire e aiutare le persone in difficoltà, anche per poter fare la spesa o andare in farmacia. Speriamo poi che il Governo ci dia i fondi per poter riattivare i buoni spesa», conclude Decaro.

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