La curiosità
Quando l’identità barese incontra la pop art
La campagna per immagini che spiega sui social il capoluogo al mondo
BARI - I reali dove dovrebbero mai stare se non al Castello? Elisabetta e il principe consorte a cavallo nel fossato ed Henry in cerca di Meghan sulla piazza d’armi del maniero che s’affaccia su Arco Alto e Arco Basso. Barack e Michelle Obama, più laici, democratici, disinvolti, se la fanno invece sul lungomare. Ogni luogo di Bari potrebbe raccontare una storia diversa, insolita, universale. L’idea è del fotografo e grafico barese Riccardo Achille che sui social ha lanciato, tra provocazione divertissement, la campagna per immagini che spiega Bari al mondo. Con testimonial d’eccezione, in un fotomontaggio di ironia che pesca nella psicologia degli stessi vip scelti per rianimare di sorriso la città incupita dal lockdown primaverile (e da quello che bussa alle porte). Non stupisce, allora, vedere Spike Lee tra i vicoli di Barivecchia, il regista afroamericano cresciuto tra i sobborghi di Atlanta e Chicago, nella periferia neryorchese di Brookyin, il ragazzino ribelle che marinava la scuola per giocare a basket nei cortili: non è forse la descrizione di un qualsiasi amaro adolescente della città vecchia? Quello che magari, invece di assurgere ai fasti della cinematografia mondiale, ha viceversa bruciato la propria esistenza. In quest’ottica Spike Lee che passeggia con cappuccio e zaino dinanzi al mitico panificio, è il riscatto di tutti quei minorenni barivecchiani che una seconda occasione non hanno avuto.
Ma sono numerosi e sorprendenti i fili conduttori del lavoro di Achille che affida ai social, e al feedback per ora virtuale, il ragionamento sulla baresità filtrata dalle categorie della pop art. Gioco, dissacrazione, destrutturazione. Michael Jackson redivivo tentato dagli allievi ‘nderr à la lanz’, Lady Gaga seduta con le signore delle orecchiette e Scarlett Johansson un po’ gattamorta che si incammina a prendere il sole a Pane e Pomodoro.