La stima

Punta Perotti, la stima dei periti: 144 milioni di danni per abbattimento palazzi

Redazione on line

La bozza di consulenza tecnica disposta dalla Corte di appello più di un anno fa nel giudizio per risarcimento danni. la somma è al netto dei 37 milioni già risarciti dopo la sentenza della Corte europea

Ammontano a 144 milioni di euro i possibili danni che il Comune di Bari, Regione Puglia e Ministero dei Beni culturali potrebbero essere chiamati a risarcire alla società Sudfondi dei costruttori Matarrese per la vicenda di Punta Perotti, i palazzi costruiti sul lungomare di Bari e abbattuti nel 2006 perché ritenuti abusivi nonostante l'assoluzione degli imputati che hanno poi chiesto il risarcimento dei danni.

E’ la stima fatta dai consulenti tecnici nominati dalla Corte d’Appello di Bari - la prof.ssa Gabriella De Giorgi, docente di diritto amministrativo dell'Università del Salento ed urbanista, l'ing. Raffaele dell'Anna, anche lui di Lecce, e il dott. Franco Botrugno, commercialista di Brindisi - dinanzi alla quale pende da anni il contenzioso, e si riferisce ai costi sostenuti dalla società per realizzare gli immobili poi demoliti.

La somma di 144 milioni di euro è contenuta nella bozza di consulenza trasmessa alle parti, i difensori della società e i tre enti costituiti nel giudizio, i quali adesso hanno 45 giorni per fare osservazioni. La relazione finale, che dovrà tener conto anche delle eventuali osservazioni, sarà depositata in Corte d’Appello a gennaio.

I giudici hanno già fissato per il 14 aprile 2021 l’udienza nella quale dovranno decidere sulla richiesta di risarcimento. Se cioè condannare Comune, Regione e Ministero a pagare alla società quei 144 milioni di euro, a vent'anni dall’inizio del contenzioso, quando cioè i palazzi e suoli furono confiscati.

Una somma che, se riconosciuta, servirà a ristorare integralmente anche tutti i creditori della società Sudfondi, che proprio oggi, assistita dagli avvocati Vincenzo Chionna e Michele Lobuono e dallo studio Pellecchia, ha ottenuto dal Tribunale di Bari l’omologa del concordato, evitando così il fallimento.

Nel provvedimento, infatti, si legge che "l'eventuale esito positivo dei contenziosi pendenti, primo fra tutti il giudizio risarcitorio in Appello, andrà ad incrementare l'attivo concordatario», cioè il pagamento dei debiti.

A quanto si apprende i 144 milioni di euro calcolati dai consulenti tecnici, comprendono i costi sostenuti dalla società per la progettazione dei palazzi, i pagamenti di Ici e oneri di urbanizzazione, gli oneri finanziari e parte dei costi di esecuzione dei lavori. La somma è al netto dei 37 milioni di euro già risarciti dalla Cedu per il mancato godimento dei suoli a seguito della confisca.

In primo grado, nel 2014, il Tribunale di Bari aveva rigettato la richiesta di risarcimento avanzata dalla società ritenendo che la somma liquidata dalla Corte europea dei diritti dell’uomo comprendesse già tutti i danni. La Corte di Appello ha poi riaperto la partita, accogliendo la richiesta fatta dalla società di disporre una consulenza tecnica che quantificasse i costi, e quindi i danni patiti per l'abbattimento. Questo non significa ancora che quelle somme, così come quantificate, saranno riconosciute come danni e quindi risarcite, perché la parola fine la metteranno i giudici tra qualche mese.

Privacy Policy Cookie Policy