Lavoro
Bari, vertenza ex Om Carrelli: «Basta ritardi, serve agire»
Martedì incontro in Regione per fare il punto sul progetto Selectika
BARI - «L'auspicio è che l'incontro del 13 ottobre sia il punto di partenza definitivo perché la vertenza ex Om Carrelli sia archiviata per sempre e il progetto Selectika possa concretamente muovere i primi passi». Il segretario Fim Cisl Bari, Gianfranco Michetti, dopo oltre nove anni di battaglie ci crede che il traguardo possa essere vicino. «È essenziale che dopo tanti anni si metta un punto sugli accordi vari, sulle autorizzazioni, sulle tante promesse e si faccia un passo concreto verso la reindustrializzazione.
Se una settimana dopo questo incontro in Regione, si iniziassero a chiamare i lavoratori per far partire i corsi di formazione, se arrivasse dopo tanti mesi la Cassa integrazione in deroga, se finalmente tutte le carte e le autorizzazioni ci fossero, ecco questo sarebbe un bel segnale tangibile, che finalmente qualcosa gira per il verso giusto».
Tanti «se». Per l'incontro convocato a giorni ci sono tanti «se» sul tappeto. Forse troppi a cui dar risposta.
«La mia ammirazione va tutta a questi lavoratori che da oltre nove anni sono in trincea – sottolinea Michetti -. Io nei loro panni non so bene se sarei riuscito a reggere. A tutte queste persone serve un segno per far capire che la vertenza è viva, che le Istituzioni e i sindacati sono al loro fianco, che nessuno si è dimenticato di loro. Purtroppo però questa vertenza ha pagato tutte le inefficienze di un sistema Paese dove veramente la burocrazia uccide».
E la burocrazia è anche un sistema autorizzativo che va avanti di 180 giorni in 180. Selectika per poter compiere i passi formali che la possano portare alla reindustrializzazione ha bisogno di una serie di autorizzazioni: dalla Valutazione di impatto ambientale (Via), al Provvedimento autorizzato unico regionale (Puar) e poi l'autorizzazione integrata ambientale (Aia)... «Ogni volta che per una di queste autorizzazioni viene chiesta all'impresa una documentazione aggiuntiva, scattano altri 180 giorni per la verifica – spiega il segretario Fim Cisl -, chiaramente i tempi si dilatano. Ed è quanto sta succedendo con Selectika. Tutte queste sono inefficienze del sistema che hanno esasperato molto gli animi».
Una esasperazione che qualche mese fa si è trasformata in ira da parte del segretario generale Uil Puglia, Franco Busto, particolarmente legato alla vertenza Om Carrelli: «È il momento di smetterla con questo assurdo rimpallo di responsabilità sulla pelle dei lavoratori - aveva tuonato lo scorso luglio –. Ci sono ritardi inspiegabili negli uffici dirigenziali del Dipartimento regionale all'ambiente. Per motivazioni ignote e che vorremo conoscere Selectika ha presentato regolare richiesta di autorizzazioni ambientali che ci auguriamo vengano approvata nei tempi previsti dalla legge. Non comprendiamo perché un protocollo ampiamente condiviso, sia ancora immobilizzato negli uffici del dipartimento, impantanato sulla scrivania di qualche dirigente. Esiste qualche motivo ostativo rispetto alla reindustrializzazione del sito? E se si, quale e da parte di chi?».
Il problema è che i ritardi imposti dalla burocrazia si sono sommati, insieme a promesse fatte in maniera troppo azzardata, in una estate elettorale che sicuramente non ha aiutato gli iter.
«Sulla Cassa integrazione in deroga hanno pesato gli stessi ritardi burocratici che Selectika paga per le autorizzazioni – spiega Michetti -. I rimandi tra Ministero del lavoro, Inps nazionale, sede regionale, e le interpretazioni delle determine... Il risultato è che i lavoratori sono allo stremo. Mi chiedo come facciano a mangiare, a comprare i libri scolastici per i figli...».
E poi c'è la questione formazione. L'avvio dei corsi era stato annunciato entro ottobre, ma al momento è tutto fermo e non si sa nulla.
«In questi anni la Task force regionale ha fatto un gran lavoro, ma la burocrazia ha spesso scucito la notte quanto fatto di giorno – conclude Michetti -. Ci auguriamo che il 13 si metta un punto fermo. Se tutti questi processi non si concludono non si può avviare il percorso serio, la reindustrializzazione del capannone, montare i macchinari, il vero futuro, agognato dopo oltre 9 anni».
Che poi neanche quella verso la messa in azione del nuovo impianto sarà una passeggiata.