Emergenza contagi

Bari, allarme dei pediatri: «Riaprono le scuole e noi senza strumenti»

francesca di tommaso

Un autunno costellato di tamponi, nella migliore delle ipotesi. Per i più piccoli, alla vigilia della riapertura delle scuole non c’è ancora un piano organico e linee guida da parte di Asl e Regione

BARI - Un autunno costellato di tamponi, nella migliore delle ipotesi. Ma se il loro esito non è immediato o quasi, il virus si beffa della prevenzione. Soprattutto se parliamo di giovani e giovanissimi. E se i pediatri non hanno gli strumenti adeguati, mentre cala velocemente l’età media dei contagi, il problema sarà esponenziale per tutti.

Ed ecco da una parte, il piano di sicurezza messo in essere dal Dipartimento di prevenzione della  Asl: un'organizzazione capillare dei servizi, cinque postazioni dedicate ai tamponi per gli arrivi in Puglia o i rientri dalle vacanze, attive dalle 8 alle 18 sette giorni su sette, con la capacità di effettuare una media di 700 tamponi al giorno. Dall’altra, il grido d’allarme dei pediatri: per i più piccoli, alla vigilia della riapertura delle scuole non c’è ancora un piano organico e linee guida da parte di Asl e Regione. «Qui stiamo ancora filosofeggiando se i Dpi tocchino o meno ai pediatri del territorio. Non abbiamo percorsi precisi, tantomeno strumenti per evitare che i nostri ambulatori diventino sede di contagi. Eppure sono presìdi del Servizio sanitario nazionale.

Se l’obiettivo è quello di evitare al massimo le possibilità di diffusione del Covid, non si può dire ai pediatri di arrangiarsi da soli». A parlare è Luigi Nigri, Segretario provinciale Bari-Bat e vicepresidente Federazione italiana medici pediatri. «Comprendo che la riapertura delle scuole sia indispensabile e legittima. Ma sono estremamente preoccupato, anzi terrorizzato. Dai dati in nostro possesso da marzo, inizio della pandemia, sono quasi 200 i minori di dodici anni risultati positivi al tampone - spiega Nigri -. Ma il tampone lo hanno effettuato perché coinvolti in situazioni parentali a rischio. Il problema è proprio questo: la sintomatologia nei bambini è molto simile a quella di altre patologie virali - continua il pediatra pugliese -, per cui riesce difficile quantificare il fenomeno senza l’esecuzione dei tamponi. Allo stesso tempo i bambini, pur con sintomi non gravi, diventano veicolo di trasmissione verso i pazienti adulti e gli anziani molto più esposti».

Fondamentale diventa quindi avere subito l’esito del tampone effettuato sul bambino. «Invece con le regole attuali, di fronte ad un caso di sospetto Covid, il pediatra non può far altro che inviare il bambino in ospedale o segnalarlo ai dipartimenti di prevenzione per una eventuale presa in carico - commenta il segretario Fimp -. Si perde tempo prezioso per evitare la diffusione dei contagi. Una soluzione potrebbe essere consentire ai pediatri di famiglia di prescrivere direttamente il tampone ma, soprattutto, di ottenere la risposta entro 24 ore - conclude - supportando nell’attesa i bambini e la famiglia, direttamente o attraverso strumenti di telemedicina.

Se invece i tempi si allungano, il sistema collasserà, con enormi danno anche al tessuto sociale che coinvolge la capacità lavorativa dei genitori».

Quali sono le disposizioni Asl previste finora e alla ripresa scolastica? «Non mi risulta che ce ne siano, oltre quelle ministeriali del distanziamento a scuola, che vedo difficilmente realizzabile. A scuola, poi, si porrebbe il problema dei certificati di riammissione dopo assenza per malattia: anche qui, senza un tampone negativo, nessun medico e dirigente scolastico potrà mai avere la certezza che il bambino ammalato non sia una possibile fonte di contagio. «Da parte nostra, riteniamo che una campagna vaccinale di massa nei bambini contro la influenza  può essere lo strumento vincente nel caso di ripresa del Covid, cosa molto probabile visto l’abbassamento della età dei contagi, in quanto in età pediatrica i sintomi della influenza e del

Coronavirus sono praticamente identici. Diminuire il numero di ammalati ridurrebbe drasticamente la richiesta di tamponi e di ricoveri. Abbiamo appreso che la Regione ha acquistato vaccini antinfluenzali in numero adeguato per i bambini ma ad oggi, malgrado le nostre richieste, non è stato ancora convocato il Comitato regionale pediatrico che definisce le linee guida operative per la campagna vaccinale da inviare a pediatri e Asl. Siamo a metà agosto e dovremmo iniziare ai primi di ottobre».

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