Criminalità

Bari, i ladri d'agosto al lavoro in centro

Giovanni Longo

Ci sono due tipologie d bande in azione: i baresi da un lato e i nomadi di origine slava ma nati e cresciuti in Italia dall’altro

BARI - L’emergenza sanitaria da un lato, le sue conseguenze sull’economia dall’altro hanno reso di sicuro più complicato staccare la spina per qualche giorno per tirare il fiato. Ma ciò che non cambia tra le ferie ante e durante Covid (il post, speriamo arrivi il prima possibile) è il timore al rientro di trovarsi di fronte a una amara sorpresa, ovvero che qualcuno abbia svaligiato casa.

Alzi la mano chi non ha avuto una esperienza diretta, non ha un parente, un amico, un conoscente che abbia subito questa violenza contro la propria intimità domestica. Senza contare il danno economico.

In estate, sa sempre, i topi d’appartamento si scatenano. Guardando alle denunce dell’estate 2020, almeno in città, siamo più o meno in linea con i dati dell’anno precedente nella stessa stagione. Nessuna impennata particolare anche perché, vuoi per ragioni economiche, vuoi per paura del virus invisibile e silenzioso, in tanti hanno rinunciato a partire. E un conto è entrare in case deserte, altro è trovarsi di fronte il proprietario. Per fortuna sono piuttosto rari i casi di colpi di questo secondo tipo. Se i topi d’appartamento sono scatenati, è rarissimo almeno in città, che un furto possa trasformarsi in una rapina violenta. A meno che il colpo non sia su “commissione”, nel senso che chi agisce sa cosa cercare e dove, spesso grazie alla complicità di un basista.

Dalle indagini dei carabinieri, ecco lo scenario che si presenta nel settore dei furti in casa. Ci sono due tipologie delle bande in azione. I baresi da un lato e nomadi di origine slava ma nati e cresciuti in Italia dall’altro. I primi, in generale, provengono dai quartiere San Paolo e Libertà. Conoscono molto bene il territorio e intervengono spesso a colpo sicuro in modo molto professionale e chirurgico. Sanno quasi sempre dove e quando intervenire grazie a chi fornisce informazioni precise su dove si trovano gioielli, preziosi e contanti.

Per i nomadi, il discorso è completamente diverso. Vere e proprie bande, stando alle indagini dei carabinieri, partono spesso dal campo Rom di Secondigliano, a Napoli, per fare razzie in tutta Italia. Anche a Bari. Grazie all’aiuto di prestanome, affittano per un mese ville in zone isolate della città. Qui vivono in una decina e si dividono in batterie da tre-quattro persone. Viaggiano a bordo di auto di grossa cilindrata, a volte rubate, e battono il territorio in lungo e in largo. Un viaggio di quartiere in quartiere alla ricerca di un minimo punto debole grazie al quale entrare in azione

Approfittano anche di una finestra lasciata aperta, utilizzano strumenti banali o tecniche sofisticate per forzare gli ingressi ed entrare in casa, ricordando a volte quelle adottate dai georgiani, un tempo quasi monopolisti nel settore e che invece, adesso, devono fare i conti con una concorrenza piuttosto agguerrita. I nomadi di origine Rom, giunti ormai alla seconda generazione, una volta in casa, se trovano qualcuno (è capitato) preferiscono rinunciare al colpo, lasciando subito l’appartamento. Le loro regole d’ingaggio non prevedono si sfoci mai in un corpo a corpo. Pazienza - ragionano - andrà meglio al prossimo appartamento. Puntato a distanza di mezz'ora dal primo colpo andato a vuoto. Una volta dentro, salvo, appunto, imprevisti, fanno razzia di tutto. Blitz in tutte le camere messe alla rinfusa e ciò che trovano. Compresa visita in cucina dove svuotano addirittura il frigorifero.

Per scongiurare i colpi, i consigli sono sempre gli stessi. Non pubblicare foto social da cui si evince che il padrone di casa è fuori città e… mantenere un buon rapporto con i vicini di casa, nel senso che chi resta in città e sente dei rumori strani può a sua volta fare rumore per fare avvertire la presenza di qualcuno di ostile e scoraggiare il blitz di chi magari sta agendo nell’appartamento accanto. Subito dopo, chiamare le forze dell’ordine.

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