Il caso
Gioia, bimbo ingerì sostanze tossiche: indagato gestore di un bar
Un piccolo di 5 anni fu ricoverato d’urgenza dopo aver bevuto un succo di frutta. L’episodio avvenne lo scorso anno
GIOIA DEL COLLE - Si registra una importante novità relativa alle indagini del bambino che il 23 marzo dello scorso anno subì ustioni allo stomaco e all’esofago dopo aver ingerito un succo di frutta in un bar della città. Al termine delle indagini preliminari, coordinate dal pm Grazia Errede, ci sarebbe una persona indagata per lesioni.
Il bimbo, quel triste sabato venuto in possesso di una bottiglietta sigillata di succo di frutta di tipo industriale, acquistata dalla madre cominciò a berne dalla cannuccia. Ma al primo sorso sarebbe stato colpito da un simultaneo malore, legato ai conati di vomito e ai bruciori allo stomaco.
E visto che la situazione volgeva al peggio, di condizioni fisiche sempre più precarie, il piccolo di soli 5 anni, fu trasportato al Pronto soccorso dell’ospedale «Miulli» di Acquaviva dove fu predisposto il trasferimento nella divisione della chirurgia pediatrica dell’ospedale »Giovanni XXIII» di Bari. Gli accertamenti effettuati dai medici avrebbero poi confermato che stomaco ed esofago presentavano lesioni da bruciatura, sempre secondo i sanitari, compatibili con l’ingerimento di sostanze tossiche. Fortunatamente, dopo qualche settimana il bambino guarì.
Le indagini della Procura della Repubblica di Bari, all’inizio avviate a carico di ignoti, e che per mesi hanno assunto i contorni di un autentico «giallo» per venire a capo di eventuali responsabilità, al termine di una serie di riscontri, portate avanti nella fase del segreto istruttorio anche attraverso le consulenze dei reparti specializzati di Roma e di alcuni sanitari per conto della Procura, sono giunte ad una conclusione: il pm Grazia Errede ha inviato un’informazione di garanzia ad un donna, poiché «in qualità di gestore del bar ometteva di rispettare il piano di autocontrollo relativamente al procedimento di utilizzo dei prodotti chimici da utilizzare nell’esercizio, procurando a questo bambino, lesioni personali derivanti dall’assunzione di sostanza caustica». E a questo punto dovrà essere il Tribunale di Bari a decidere se l’imputata dovrà essere rinviata a giudizio oppure essere prosciolta.