Tragedia sfiorata

Bari, maxi rissa al Libertà finita a coltellate: 21 denunciati dalla Polizia

Luca Natile

Una «giostra» con coltelli e mazza da baseball

BARI - Sono stati denunciati per rissa aggravata i 21 ragazzi, quasi tutti di età compresa tra i 14 ed i 17 anni, tranne due diciottenni, protagonisti in negativo martedì sera di una maxi rissa consumata tra piazza Risorgimento e via Manzoni al quartiere Libertà. Una specie di giostra medioevale in cui gli sfidanti, rincorrendosi si sono colpiti a mani nude. Due di loro, uno di 18 anni e l’altro di 16 sono stati feriti con coltelli a serramanico.

Nelle ultime 72 ore gli agenti della Sezione Volanti dell’Ufficio prevenzione generale e soccorso pubblico della Questura, guidati dal vice questore Maurizio Galeazzi, hanno raccolto le dichiarazioni dei testimoni, sentito i protagonisti dello scontro e analizzato le immagini registrate dalle telecamere delle rete di videosorveglianza pubblica e di alcune strutture private. In questa maniera sono riusciti a stigmatizzare i comportamenti dei giovani rissaioli, divisi in due bande, ricostruendo ogni fase dello scontro e completando l’informativa che consegneranno nelle prossime ore nelle mani dei due magistrati inquirenti: il sostituto procuratore Angela Maria Morea della Procura presso il Tribunale di Bari e il sostituto Procuratore della Repubblica presso il Tribunale dei Minori, Caterina Lombardo Pijola. I poliziotti hanno recuperato una mazza da baseball e un coltello da cucina.

L’episodio più grave, l’aggressione a colpi di fendenti di uno dei due maggiorenni, finito in ospedale con la schiera martoriata da ben 7 coltellate, nessuna in profondità, inferte da un’unica persona, sulla cui identità viene mantenuto il più stretto riserbo. L’altro accoltellato, di 16 anni è stato ricoverato presso il Giovanni XXIII.

La sua ferita è superficiale ma i medici dopo aver controllato la temperatura corporea e aver rilevato un leggero stato febbrile hanno deciso di tenerlo sotto osservazione. È stato sottoposto alla prova tampone per la diagnosi rapida dell’infezione Covid-19 con risultato negativo.

Gli investigatori stanno cercando di stabilire se l’ostilità tra i due gruppi sia scaturita da episodi di bullismo consumati nell’ambito dei rapporti che legavano alcuni dei giovani coinvolti. Sono tutti o quasi alunni di un istituto tecnico la cui sede si trova nel centro studi Polivalente di Japigia. Dagli insulti e dalle provocazioni sulle chat di WhatsApp ai pugni e alle coltellate per strada. Le due bande hanno smesso di odiarsi sui social e si sono messe a litigare per strada, martedì, sputando odio e saliva attraverso le mascherine chirurgiche anti-Coronavirus.

Nessuno di loro ha la fedina penale macchiata, nessun precedente di polizia, neppure una segnalazione come assuntore di sostanze stupefacenti. Sono giovani del Libertà, del San Paolo, Bari Vecchia, Japigia, Carbonara, Madonnella, San Pasquale.

Si sono divisi in due gruppi attraverso una selezione nata sui banchi di scuola e sui social network. Una socializzazione consumata nel confronto costante tra le due comitive nei corridoi dell’istituto, all’uscita da scuola e nelle attività «social» a colpi di foto, link, video e pensieri veloci di carattere personale. Tra piccoli screzi, goliardate in stile bulli metropolitani e provocazioni on-line, il rapporto si è deteriorato lentamente fino a quando, nel tardo pomeriggio di martedì, c’è stata la prima disputa ravvicinata a muso molto duro.

L’alterco ha scatenato il tam-tam all’interno delle due bande, con la chiamata a raccolta di tutti i membri. Si sono dati appuntamento dopo le 20 in piazza Risorgimento per appianare le divergenze e «chiarire certe frasi e certi comportamenti». Alcuni hanno pensato di presentarsi al rendez -vous, con coltellini a serramanico e una mazza da baseball infilati sotto i «bomberini». Quando la situazione è degenerata, sotto gli sguardi attoniti dei passanti è partita la giostra, un gioco guerresco a colpi di pugni, calci e ceffoni.

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