Famiglie in difficoltà

Bari, stop a fornitura di carrozzine per disabili, la denuncia: «Sospesi letti e materassi anti-decubito»

G. Flavio Campanella

La Asl cittadina sospende la fornitura di letti, carrozzine e materassi anti decubito, protestano le famiglie dei pazienti alle prese con l’inattesa emergenza.

BARI - Alcuni pazienti attendono da dicembre. Altri, a seconda delle esigenze, aspettano di avere a domicilio letti e carrozzine (e non solo) da meno giorni, ma comunque in ritardo rispetto a quelli previsti (25) per il rilascio delle autorizzazioni, imprescindibili per ricevere gli ausili richiesti alla Asl. Alle lungaggini solite, che peraltro l'azienda sanitaria locale ha provveduto a ridurre recentemente grazie al potenziamento del personale amministrativo, si è aggiunta una circolare interna che ha di fatto disposto non solo la sospensione dell’accoglimento delle nuove domande (poi revocata), ma anche il congelamento di quelle già pervenute. I cittadini, ma soprattutto le sanitarie della provincia di Bari, che normalmente forniscono un servizio completo agli utenti, prima hanno dovuto prenderne atto, poi si sono ribellati per i cambiamenti in atto che rischiano di mettere in difficoltà i pazienti e in ginocchio il comparto.

PEC «Da venerdì scorso - si legge in una pec a firma di alcune imprese del settore, inviata lunedì all'indirizzo dell'assessorato alla Salute della Regione Puglia e indirizzata specificamente all'attenzione di Vito Montanaro, direttore del dipartimento Promozione della Salute - molti direttori dei distretti si rifiutano di autorizzare le pratiche relative alle istanze depositate dagli utenti con richiesta specialistica di ausili, come da nomenclatore di cui all'art. 2 (letti, sedie richiudibili, ma anche, tra gli altri, busti normali, materassi e cuscini anti decubito - n.d.r.). Ovviamente non è stato chiarito alcunché alle sanitarie del Barese che si sono presentate per chiedere informazioni e chiarimenti, sollecitate dai pazienti fidelizzati a cui non erano state autorizzate le pratiche nonostante l'abbondante decorso dei termini. I referenti interpellati si sono blindati dietro un generico atto interno parlando di una circolare che impone di indire gare per assegnare e distribuire gli ausili».

BANDO In realtà, il cambiamento era già agli atti (c’è una normativa in merito), così come era inevitabile la decisione di procedere, prima o poi, a un bando regionale. Ma i diretti interessati contestano non soltanto la fase di stallo, che pregiudicherebbe l'appropriatezza dell'assistenza ai pazienti, ma anche, nel merito, lo spirito dell'iniziativa (che mira a ridurre i costi sostenuti dal servizio sanitario regionale ottenendo il massimo ribasso dei costi per le forniture). «Va da sé che questo porterebbe le nostre aziende - spiega il titolare di una sanitaria del centro di Bari - in un pericolosissimo sistema di crisi, a scapito anche delle risorse umane che dovranno essere licenziate, poiché le gare, soprattutto se aperte a tutti gli operatori, compresi gli stessi fornitori, comporteranno una concorrenza insostenibile con inevitabile chiusura delle attività».
In sostanza, se finora il cliente si affidava alla sanitaria di fiducia, che provvedeva a gestire le pratiche, a recarsi alla Asl, a interpellare eventualmente specialisti medici e tecnici in caso di esigenze dei pazienti, insomma a provvedere ai bisogni complessivi (e anche a investire denaro per avere la merce immediatamente disponibile in magazzino), in futuro potrebbe anche accadere che ci sia (una volta autorizzata dal distretto la richiesta) la consegna diretta da parte dei produttori dei dispositivi direttamente a casa del paziente con una presunta (possibile) carenza del servizio rispetto agli standard odierni. «Bisognerebbe invece - si aggiunge - fare come in altre regioni dove c'è un accordo quadro secondo un unico principio: il rispetto del prezzario previsto dal decreto sui Lea (Livelli essenziali di assistenza: sono le prestazioni e i servizi che il Servizio sanitario è tenuto a fornire a tutti i cittadini - n.d.r.). Pur comprendendo la necessità di adeguarsi alle normative europee - si conclude nella lettera inviata alla Regione, alle prese peraltro con l'emergenza coronavirus - si deve evidenziare che tale adeguamento impone d'obbligo un minimo di rispetto per gli operatori del mercato e delle pericolose quanto disastrose conseguenze che questo avrà sull'economia territoriale. Tra l'altro, prova ne è stata l'esperienza della gara sui montascale: la fornitura è stata assegnata, al massimo ribasso, a una ditta che non è riuscita ad adempiere all'obbligo assunto poiché, a quel prezzo, la somministrazione e l'assistenza di fatto sono anti economiche. E la Asl sta pagando evidenti disagi».

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