L'anno accademico
Bari, 11.368 nuovi iscritti all’Università: Informatica top
È in controtendenza rispetto ai dati nazionali: 278 matricole in più rispetto al 2019
BARI - L'Università di Bari è in controtendenza. I dati diffusi recentemente dal Sole 24 Ore indicano una riduzione delle immatricolazioni negli atenei statali italiani (264mila matricole rispetto alle 266mila dello scorso anno accademico), cui si aggiunge, a quanto pare, anche una diminuzione nelle università private (e anche telematiche, sebbene la rilevazione risulti più complicata). L'Ateneo del capoluogo pugliese registra, al contrario, un aumento dei nuovi iscritti: precisamente 11.368 (rilevazione al 10 gennaio scorso) rispetto agli 11.090 del 2018-2019, con un incremento di 278 immatricolazioni.
IL SISTEMA Gaetano Manfredi, nuovo ministro dell'Università e della Ricerca, si è mostrato preoccupato in una intervista rilasciata al quotidiano economico. «Il sistema universitario sulle iscrizioni complessivamente tiene - ha detto - ma non si espande quanto sarebbe necessario. Anche perché credo che cominci a risentire del calo demografico nel Paese. Per questo credo che per ampliare l’accesso all’università servano: un diritto allo studio più forte in grado di abbattere le barriere economiche nelle aree più deboli, avviare dei percorsi in grado di intercettare gli studenti provenienti dagli istituti tecnici e professionali, aumentare gli iscritti alle lauree scientifiche per andare incontro al fabbisogno del sistema industriale».
IN TESTA A quanto pare, l'Uniba sta facendo il proprio dovere se proprio dall'area scientifica arrivano i risultati migliori. Il Dipartimento di Informatica, ad esempio, registra 886 immatricolazioni contro le 779 di un anno fa, un incremento di 107 pari a un terzo di tutti i nuovi iscritti dell'intera università (per i dettagli leggi il pezzo dedicato). Il dato complessivo (appunto +278) è peraltro il risultato determinato dall’ascesa di alcuni Dipartimenti e dalla emorragie di altri. Sul podio, dopo Informatica, c'è Medicina con 82 in più (1.459 immatricolazioni rispetto alle 1.377 dell'anno scorso) grazie anche all'aumento dei posti a numero programmato stabiliti dal Miur e assegnati mediante i test di ammissione svolti nel settembre scorso.
SEGNO NEGATIVO Il tetto ai posti disponibili ha riguardato anche altri corsi di laurea per i quali sono stati indetti i bandi di concorso. Ad esempio, è ciò che è avvenuto al Dipartimento di Biologia (dove i posti a concorso erano 200), cui va assegnata la medaglia di bronzo grazie ai 77 immatricolati in più (337-260). Seguono (vedi il grafico) Lettere, Matematica, Studi Umanistici e così via fino ad arrivare a quei dipartimenti col segno negativo: è il caso soprattutto di Scienze agro-ambientali e territoriali (-52 immatricolati rispetto al 2018-2019), di Scienze del suolo, della pianta e degli alimenti e di Economia, Management e Diritto dell'Impresa.
OLTRE IL MIGLIAIO A questo punto va fatta una precisazione perché è vero che in Italia si assiste a un calo delle immatricolazioni nell'area economica, sociale e giuridica (pure il Dipartimento di Giurisprudenza è a -17, ad esempio), ma è altrettanto vero che in genere la quantità di chi si iscrive al primo anno dei relativi corsi di laurea è, almeno numericamente, molto più rilevante. Da questo punto di vista, Economia, Management e Diritto dell’Impresa, raggiungendo le 1.019 matricole, segue soltanto il Dipartimento di Lettere (che ha il numero più alto di nuovi iscritti: 1.692), quello di Medicina (1.459) e quello di Scienze della formazione, psicologia e comunicazione (1.246).
GLI ISCRITTI Come si può notare, le lauree umanistiche continuano a essere ampiamente scelte dai nostri studenti nonostante le difficoltà di sbocco (almeno presunte) nel mercato del lavoro. Questa predisposizione è evidente anche dal numero di iscritti (in totale all'Università di Bari sono 40.134). Il Dipartimento di Lettere, infatti, è tra quelli che ne hanno di più: è secondo, con 5.581, solo a Medicina (6.764), seguito da Scienze della formazione, psicologia, comunicazione (4.115). Insomma, guardando i primi tre posti di questa particolare della classifica, sembrerebbe che i nostri giovani amino complicarsi la vita (o che, semplicemente, non abbiano alcuna intenzione di di rinunciare alla loro passioni) se si considera, ad esempio, che anche molti medici, conclusa l'università, incontrano difficoltà a inserirsi tra le corsie degli ospedali a causa dell'imbuto causato dalla scarsità di borse di specializzazione.
DOMANDA E OFFERTA In quanto alla discrasia tra domanda e offerta basti sottolineare che, in base al rapporto Excelsior di Unioncamere sui fabbisogni occupazionali, entro i prossimi cinque anni non solo ci saranno fino a 100mila laureati in meno in tutta Italia (in un momento in cui si cercano ingegneri, architetti, medici, manager, scienziati, statistici e anche avvocati), ma per di più ce ne saranno paradossalmente troppi nelle discipline politico-sociali, umanistiche e psicologiche, con un elevato disallineamento tra i percorsi di studio scelti e le richieste del mercato. Secondo un altro studio, condotto da JpMorgan e Università Bocconi, l’Italia è al terzo posto al mondo (dopo la Corea del Sud e la Gran Bretagna) nella classifica dei Paesi con il maggior disallineamento tra i titoli di studio richiesti e le facoltà scelte dagli studenti.