Brindisi, solaio crollato in un capannone: 4 indagati per omicidio colposo
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Valentino Sgaramella
13 Dicembre 2016
Palazzo Ateneo di Bari
di VALENTINO SGARAMELLA
BARI - «A luglio scorso ho sostenuto l’esame con un tutor personalizzato ma il docente ha affermato che non sa valutare la mia prova. Mi assicurò che il voto lo avrebbe dato a settembre ma non lo ha fatto perché è in attesa di una riunione del dipartimento che valuti gli studenti diversamente abili come me». Emanuele Silvio Ricci ha 38 anni. A seguito di complicazioni nel parto, nasce con un ritardo mentale di grado medio. Fino a 18 anni ha sofferto di epilessia, oggi tenuta sotto controllo. Inoltre presenta un deficit uditivo di media entità. Ha sempre usufruito di un sostegno scolastico ma Emanuele è una persona caparbia. Questa laurea in «Scienza delle imprese editoriali pubblica sociale» la vuole con tutte le sue forze, costi quel che costi.
Nella diagnosi emessa dalla Neuropsichiatria infantile si scrive con chiarezza che «il percorso universitario con supporto pedagogico individualizzato e continuativo, potrebbe consentire: l’acquisizione di abilità pratico-professionali; il contenimento delle difficoltà emotive; il potenziamento delle relazioni interpersonali e l’acquisizione di un migliore adattamento sociale». Emanuele deve superare gli esami di Storia sociale e lingua inglese, due degli ultimi del corso triennale. Ricci lamenta il fatto che, nonostante si impegni molto anche con l’aiuto di un tutor, non gli sia riconosciuto questo sforzo e che gli vengano attribuiti voti poco più che sufficienti.
Il 38enne ha definitivamente perso la sua tranquillità quando, a luglio scorso, sostiene l’esame di Storia sociale, appunto. Il docente sospende il giudizio rinviando tutto al 27 settembre. Quel giorno, la riserva viene sciolta, ad Emanuele comunicano una votazione minima che lui, però, rifiuta. «A norma di legge al sig. Ricci dovrebbe essere attribuito un programma individualizzato e – scrive il suo legale Pietro La Pesa in una lettera al rettore, Antonio Felice Uricchio - dovrebbe essergli consentito di svolgere prove equipollenti su proposta del tutor specializzato che lo segue ma ciò non sempre avviene». Aggiunge lo studente: «Io poi mi innervosisco troppo e perdo la stabilità».
Il rettore Uricchio, dalla Romania, ci dice che è il professor Paolo Ponzio il delegato per le disabilità in Ateneo. «I disabili di cui ci occupiamo sono tanti ed è per questo che abbiamo un ufficio apposito guidato dal prof. Ponzio». Contattato al telefono, il docente ha detto di essere «in viaggio di lavoro fuori Europa e che al più presto si renderà disponibile».
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