La curiosità

San Nicola, il «pugile» che schiaffeggiò l’eretico ispira un artista canadese

Armando Fizzarotti

La leggenda che ha ispirato molti artisti come la Ferguson e Modica

BARI - San Nicola pugile contro l'eresia. È questa la proposta iconografica con la quale un'artista canadese intende a suo modo rilanciare la storia/leggenda dello schiaffo assestato dal Vescovo Nicola di Myra nel corso del primo Concilio di Nicea (in Asia Minore presso Costantinopoli, nell'anno 325) ad Ario, sacerdote berbero e capostipite della corrente teologica, l'arianesimo, messa al bando come eresia nel corso del confronto fra i leader delle Chiese cristiane voluto dall'imperatore Costantino I.
«Ad Ario: in questo Natale ti darò un pugno che ti farà perdere i sensi» è la frase provocatoria che fa da sfondo al San Nicola boxeur immaginato dall'artista che si firma Marigold Ferguson e si presenta con lo pseudonimo «Daughter of Narcissus» («figlia di Narciso») sui canali internet, Twitter e Instagram. Come dichiara sui «social», da ottobre la Ferguson è al lavoro su questa particolare «cartolina natalizia basata – dichiara – su un'analisi medico-forense sui resti di San Nicola, che aveva il naso rotto, e anche sulla tradizione apocrifa (non basata su realtà storica accertata – n.d.r.) secondo la quale schiaffeggiò Ario perché autore di un'eresia».

«Nonostante la sua natura pugilistica – conclude la Ferguson – Nicola di Myra era noto per i suo doni a famiglie povere».
Riassunta in breve, la teoria ariana fu considerata e condannata come eresia in quanto non considerava Gesù come una delle tre «persone» di Dio uno e trino (Dio Padre, Gesù Figlio di Dio e lo Spirito Santo), ma sostanzialmente una figura «inferiore» rispetto a Dio Padre. Il Concilio di Nicea, il primo «ecumenico» della Cristianità, fu convocato dall'imperatore anche per fini politici, in quanto le varie dispute teologiche contribuivano al disfacimento dell'Impero Romano.
Ma risponde a verità l'episodio della risposta violenta di San Nicola alle teorie eretiche di Ario? Secondo gli studiosi della Basilica di Bari, citando varie fonti storiche, innanzitutto c'è incertezza sulla reale partecipazione al Concilio di Nicea di San Nicola. E ammesso che il Vescovo di Myra fosse fra i trecento partecipanti al consesso fra leader religiosi, l'episodio dello «schiaffo ad Ario» viene catalogato come «pia leggenda».


Una leggenda così forte però da dar vita, come attesta la stessa fonte, ad una tradizione secondo la quale Nicola venne punito dai suoi confratelli con la spoliazione delle vesti vescovili e la detenzione in una cella. Detenzione che fu revocata dall'imperatore Costantino dopo che il carceriere riferì di aver visto Nicola rivestito in cella degli abiti vescovili il giorno dopo l'arresto senza che nessuno glieli avesse riportati.

Ma non basta. Altri testi agiografici riferiscono che al momento dell'arresto-punizione gli venne bruciata la barba, ma che questa gli ricrebbe istantaneamente quando celebrò la prima messa dopo essere stato riabilitato e liberato.
Storia o leggenda che sia, la tradizione dello «schiaffo ad Ario» da parte di San Nicola appare comunque da qualche tempo come nuova fonte di ispirazione per una possibile raffigurazione alternativa del Vescovo di Myra.

La scena è stata raffigurata in maniera del tutto diversa rispetto alla Ferguson da Giovanni Gasparro, pittore barese di 36 anni, diplomato presso l’Accademia di Belle Arti di Roma nel 2007, come allievo del pittore Giuseppe Modica. In un dipinto ad olio su tela di tre anni fa Gasparro ha raffigurato lo scontro fisico fra Nicola di Myra ed Ario, ispirandosi alla «Historia di S. Nicolò» scritta nel 1620 dal teologo e storico gesuita barese Antonio Beatillo, morto a Napoli nel 1642: «Si sentì il nostro S. Nicolò accendere il petto di tanto zelo, che non potendo più tolerare, né pur d'udir con l'orecchie somiglianti indegnità, si alzò di repente dalla sua sedia, e andò nel mezo di quella veneranda corona di tanti Santi, levò con empito in alto la destra, e diè schiaffo tale al perverso bestemmiatore, che tutto il conquassò, e poco meno, che il fece cadere a terra».

Privacy Policy Cookie Policy