Il caso
Tribunale Bari, detenuto aggredisce agenti che lo scortano in udienza: 6 feriti
È un cittadino 32enne del Nepal, detenuto nel carcere di Lecce dove sta scontando una pena per reati contro il patrimonio
Sei agenti di Polizia penitenziaria sono rimasti feriti ieri durante un’aggressione da parte di un imputato detenuto mentre lo scortavano in un’aula di udienza al primo piano del Tribunale di via Dioguardi a Bari. A darne notizia è la Federazione sindacale Co.S.P. (Comparto Sicurezza e Difesa). L’imputato, un cittadino 32enne del Nepal, detenuto nel carcere di Lecce dove sta scontando una pena per reati contro il patrimonio, era stato accompagnato a Bari per partecipare ad un’udienza nei suoi confronti per un’altra vicenda.
Mentre gli agenti lo scortavano, ammanettato, dalla cella di sicurezza al primo piano del Palazzo, avrebbe tentato di divincolarsi colpendo gli agenti con calci, pugni, schiaffi e gomitate a pochi passi «dal pubblico presente in quel momento nei corridoi» del Tribunale. A quel punto gli agenti, con il supporto degli uomini di scorta di altri reparti, sono riusciti a trattenerlo e a riportarlo nella cella di sicurezza. Nell’ulteriore trasporto verso il piano inferiore il detenuto avrebbe continuato a colpire gli agenti. Lui stesso è stato soccorso dal 118 e accompagnato al Policlinico di Bari, dove è stato dimesso senza lesioni accertate in poche ore e riportato nel carcere di Lecce. Sei agenti hanno invece riportato ecchimosi su varie parti del corpo, quattro di loro giudicate guaribili in 7 giorni e gli altri due con prognosi di 10 giorni.
«A livello nazionale sono circa 3.500 gli operatori di polizia vittime di aggressioni», denuncia il segretario nazionale Fs-Cosp, Domenico Mastrulli, evidenziando il "sovraffollamento storico a quota 62.000 detenuti e quello della Puglia e Basilicata oltre 4.300 reclusi contro una capienza di 2.300, le dotazioni organici dei poliziotti con una carenza di 12.000 unità, gli oltre 130 suicidi nel Corpo in questi ultimi 20anni e le pessime condizioni di qualità della vita dei lavoratori della sicurezza».