Il caso

Bari, padre minaccia di morte la figlia omosessuale: scattata denuncia

Carmela Formicola

La giovane non ha fatto ritorno a casa, sarà il Centro Antiviolenza del Comune a darle un tetto

«Oggi la libertà sessuale della maggioranza è in realtà una convenzione, un obbligo, un dovere sociale...» È uno degli «Scritti corsari» di Pier Paolo Pasolini. Anni Settanta. Una vita fa. Eppure nulla di più attuale e dirompente: la libertà sessuale, e in particolar modo l’omosessualità, sono retorica. Non diritti. Anche a Bari, la città del gaypride, dell’accoglienza, della cultura laica.
Ecco perché M., una giovane lesbica di Barivecchia, è tornata in ospedale con il volto tumefatto. Il padre l’ha picchiata nuovamente perché non tollera la sua «diversità». Questa volta le ha anche detto che prima o poi la ucciderà. Questa volta, però, M. non ha fatto ritorno a casa. E ha denunciato tutto. Oggi sarà il Centro antiviolenza del Comune a darle un tetto, quanto al sostegno legale è già in prima linea l’associazione Giraffa.

Ma per questa ragazza che infine è fuggita dalla greve atmosfera familiare, ancora tanti e tante consumano solitudini, vergogna, disperazione. Il loro dramma resta privato perché solo in pubblico siamo in grado di accordare solidarietà e indulgenza. Lo facciamo per «dovere sociale», ci insegna Pasolini.

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