L'intervista
Fiore: «Emiliano alla Regione? Una stagione da bocciare»
Parla l'ex assessore vendoliano: «Decisionismo senza decisioni»
BARI - «Il quadriennio della giunta Emiliano? È stato una fase complessivamente negativa della vita politica e amministrativa della Regione. Con un decisionismo senza decisioni, un regno senza governo. Le leggi prodotte sono quasi inesistenti, poche e poco significative. Il presidente ha governato molto con le chat, sistema non previsto dall’ordinamento»: boccia senza appello la stagione del governatore Michele Emiliano il professor Tommaso Fiore, già assessore alla Sanità della giunta Vendola e ora iscritto a Sinistra italiana.
Le critiche dell’accademico sono così argomentate: «Dal punto di vista amministrativo c’è stato un errore iniziale, quello di cambiare il modello organizzativo per accentrarlo: il sistema non ha funzionato, non c’è stato smalto. Alcune scelte sono state imbarazzanti. Mi riferisco - spiega Fiore - al piano regionale ospedaliero, dall’iter avventuroso, con tanti cambi. L’operazione Ruscitti è finita in maniera imbarazzante...». Severo il giudizio sulla gestione Xylella: «Una vicenda tragica che ora è al capolinea. Con il nuovo decreto ci sarà la possibilità di impiantare alberi diversi, certificando che si pensa di non poter far niente. Ci fu all’inizio l’opposizione esplicita del governo regionale al piano Silletti, poi per anni c’è stata incertezza tra negazionismo e accettazione dell’epidemia. Infine si è cambiata linea quando tutto era compromesso. C’è stato un intreccio tra decisioni ondivaghe e amministrazione inesistente».
Anche sull’Ilva, Emiliano - per Fiore - non è stato efficace: «Ha usato una politica terrorizzante al punto che i cittadini tarantini pensano che quando i loro figli vanno a scuola, rischiano di morire. Non si governano conflitti con gli isterismi». Molte delle riserve di Fiore, e di larga parte della «sinistra riflessiva» nascono anche dalla ricercata «discontinuità rispetto all’era Vendola. Nichi era esattamente il contrario del decisionismo, però la squadra governava e decideva». Sulla Sanità, che non ritiene il settore più deficitario della giunta, specifica: «Da anni in Puglia di fatto si tenta di fare una politica di limitazione del danno. Le soluzioni adottate vengono erroneamente presentate come sviluppo alternativo, che richiederebbe investimenti e idee che la Regione non ha, anche perché andava aperto un fronte con i governi nazionali. Ma la vertenza non è stata affrontata né da Vendola e nemmeno da Emiliano». «Ho chiesto a Ludovico Vico di provare a vedere cosa è successo nello spostamento di risorse dal pubblico al privato in Puglia - aggiunge -. Sono convinto che ci sia stato, ma non posso dimostralo dati alla mano, un trasferimento verso il privato. Fare insieme il governatore e l'assessore resta una scelta singolare».
Fiore è scettico anche sulle formule associative come la lista emilianista «Con»: «C’è sfiducia verso i partiti, che si riorganizzano con forme surrettizie, debolissime: non permettono una decisione collettiva. Sono escamotage elettorali, ma non servono a governo». Poi si sofferma sulle critiche feroci che muove da sinistra la “piccola borghesia intellettuale” a Emiliano: «C’è distanza dal presidente, insieme al timore per la destra che avanza. Michele però non è Salvini. Questo ceto è sbandato, con difficoltà di collocamento. Spera di schiodarsi da un ruolo di grillo parlante».
Sulle primarie è realista: «Si faranno. Con i tempi necessari, senza le accelerazioni emilianiste. Un mondo complesso, con pezzi di Pd e altre aree della sinistra, cerca un candidato. Quando lo troverà si faranno le primarie e si vedrà. Non sono ottimista per i risultati elettorali. Mi sembra difficile che la sinistra possa farcela». Una battuta su Massimo Cassano e Simone
Di Cagno Abbrescia: «Innesti incomprensibili, irrilevanti elettoralmente. Sono pezzettini di ceto politico».
Sullo sfondo c’è la sinistra che cerca una nuova stagione di protagonismo: «Ci sarà un polo autonomo ma non in tempo per le regionali. La sconfitta vera da cui riprendersi non è quella pugliese, ma quella nazionale ed europea con l'avanzata dei sovranismi. Gli errori di Emiliano non sono determinati per la storia del nostro tempo. Ci sarà nel 2020 una lista che proverà ad aggregare un voto di sinistra. Alle primarie ci saranno uno o due candidati di questa area progressista. Ai gazebo poi vincerà il governatore». L’ultima considerazione di Fiore: «Mi chiede se voterò Emiliano? Non sarei d’accordo, ma se c’è indicazione di Sinistra italiana, il partito nel quale milito da semplice iscritto, lo voterò».