Aiuti di Stato

Povero, ma l'Isee è troppo alto: giovane tagliato fuori da progetto Ba29

Valentino Sgaramella

La storia di Fabrizio, che per un problema di burocrazia canaglia non può accedere alla misura

Uno potrebbe chiedere a sé stesso in quale Paese viviamo. E non troverebbe risposta. Un giovane di 22 anni vive a casa con sua madre, Angela Giacobelli, docente precaria che più precaria non si può. La signora è vedova da 9 anni per cui viene meno l’unica fonte di reddito. Ci si arrangia, ci si sbatte, come suol dirsi, per trovare un lavoro e vivere in onestà. Evviva: c’è la giusta misura che fa per loro, così per incominciare. Per i giovani di età compresa tra i 16 e i 29 anni, residenti a Bari, che abbiano un Isee pari o inferiore ai 6.000 euro, c’è il progetto «Bari29».

Di cosa si tratta? Sul sito internet del Comune si legge che «possono presentare domanda per partecipare al programma finalizzato all’inserimento lavorativo di giovani disoccupati attraverso l’attivazione di tirocini semestrali retribuiti presso aziende e organizzazioni dell’area metropolitana di Bari».
Ancora: «Entro il 2020 BA29, sostenuto dal Comune di Bari con 1.900.000 euro finanziati attraverso il PON Metro e il Patto per Bari, consentirà di realizzare circa 700 tirocini, con un impatto del 21% sulla platea degli aventi diritto, stimata in circa 2900 persone». Il progetto si articola così: «Ad ogni ragazzo o ragazza, selezionati a seguito dell’avviso in pubblicazione, sarà riconosciuto un rimborso di 450 euro al mese per 6 mesi, a fronte di 25 ore di impegno settimanali, mentre al soggetto ospitante spetterà un contributo di 300 euro una tantum a rimborso di alcune delle spese sostenute per la realizzazione del tirocinio, quali l’assicurazione o gli strumenti di lavoro».

Fabrizio è il figlio di Angela Giacobelli. Ovviamente cerca un lavoro, come la gran parte dei suoi coetaneti. Le prova tutte, da Porta Futuro a un paio di corsi di formazione frequentati ma nulla di concreto. Frequenta un corso a pagamento per pizzaiolo a Udine, un anno e mezzo fa. Al termine, entra in contatto con il titolare di una pizzeria in via Lattanzio, a Bari. Il titolare gli offre una possibilità: prenderlo a lavorare come praticante, quindi per imparare un mestiere. Lo stesso piazzaiolo conosce le opportunità di Bari 29 (che è una misura salutata positivmente sia dai giovani disoccupati sia dalle aziende che hanno bisogno di personale ma non navigano nell’oro). Quei 450 euro al mese sarebbero una bella boccata d’ossigeno, per il pizzaiolo e per Fabrizio. Non sarebbe stato magari questo il caso ma spesso accade che il lavoro duri il tempo necessario offerto dalla misura per poi annunciare che non se ne hanno più bisogno. E tanti saluti. Il titolare della pizzeria avrebbe preso Fabrizio solo ed esclusivamente se avesse avuto la possibilità di accedere alla misura Bari29. Ma Fabrizio resta fuori da Ba29 e il pizzaiolo non lo ha più preso con sé a lavorare.

La cosa curiosa è il motivo per il quale è stata negata la misura. Fabrizio non ha diritto perché abita in una casa di proprietà (della madre). Inoltre, lui e la madre vivono con una pensione di reversibilità di 500 euro mensili dopo la morte del padre di Fabrizio. Per la legge (la stessa che evidentemente governa il reddito di cittadinanza e altre misure simili) Fabrizio non è sufficientemente «povero» per avere diritto a un aiuto «Io sono una docente precaria e attualmente, terminato l’anno scolastico, sono in disoccupazione perché è terminata l’annualità di insegnamento - spiega Angela -. Spero che a settembre sia richiamata ma non è certo. Mio marito è morto 9 anni fa e da allora sono rimasta praticamente disoccupata per 9 anni lavoricchiando saltuariamente con assunzioni a tempo determinato e successivo licenziamento per poi ripetere la trafila». Per fortuna, essendo vincitrice di concorso, per quest’ultimo anno scolastico è stata chiamata per una sola annualità, una supplenza. Nonostante questa situazione economicamente difficile, Fabrizio non riesce ad accedere alla misura Ba29: «Il motivo sarebbe anche l’esistenza di una piccola cifra in banca che via via si è sempre più assottigliata, un modesto salvadanaio. E poi la nostra colpa è di avere una casa di proprietà nella quale abitiamo, a Poggiofranco. Non abbiamo rendite a parte 500 euro al mese di una pensione di reversibilità».

Insomma, non può utilizzare questa misura; se invece scappasse di casa o facesse l’homeless o dimostrasse (all’italiana) di essere residente altrove pur di ottenere l’aiuto, allora ci riuscirebbe. La legge cieca e comica favorisce gli inganni. Ma se sei un semplice povero cristo con l’aggravante di essere pure onesto non va bene. «Chiediamo una misura che dia la possibilità a mio figlio di potersi formare e avere la possibilità di lavorare. Il titolare dell’attività una volta resosi conto che mio figlio non avrebbe avuto accesso a Ba29 non ha voluto accollarsi il peso di un’assunzione perché la sua attività non è che vada proprio a gonfie vele. Non può permetterselo».

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