Ennesimo consiglio flop

Bari, al Comune si parla di emergenza lavoro: ma l'aula è deserta

Nicola Pepe

Solo in 13 presenti: oltre ai consiglieri del centrodestra e i due pentastellati solo quattro della maggioranza, assenti gli altri 22

Il tema doveva essere l'emergenza lavoro e l'obiettivo varare due proposte di incentivo alle assunzioni alle imprese che assumono giovani disoccupati. Ma alla chiamata  del centrodestra - in 7 i consiglieri che hanno presentato una seduta monotematica - la maggioranza ha risposto con numeri da elemosina (quattro: Maiorano, Bronzini, Contursi, D'Amore) giusto per garantire il numero legale ed evitare di offrire su un piatto d'argento all'opposizione un motivo di critica su un argomento così spinoso. E così dai 13 consiglieri iniziale presenti il numero si è assottigliato a nove consentendo così di non votare neanche una delibera che avrebbe avuto un significato e nessun effetto pratico.

L'aula deserta (a 50 giorni dall'ultima seduta) parla da sè. I lavori - iniziati alle 17 - sono stati aperti dal consiglieri di Forza Italia, Giuseppe Carrieri, che ha ricordato qualche numero sul dramma lavoro a Bari: oltre il 20,3% il tasso di disoccupati, il 55% quello dei giovani under 29 (uno su due) e un trend negativo infinito negli ultimi 10 anni (nel 2007 il tasso di disoccupazione era al 10%). Carrieri ha proposto, a nome del gruppo dei consiglieri di centrodestra, due atti: il primo, esenzioni totali dal pagamento della Tari e riduzioni dell'Imu per 3 anni per le imprese che assumono giovani e donne disoccupate baresi; il secondo, la previsione nei bandi comunali per lavori pubblici superiori a 250 mila euro, di premialitá di punteggio e incentivi tributari per chi si impegna ad assumere disoccupati baresi per la realizzazione delle opere appaltate. Sul punto ha evidenziato anche come troppo spesso, e frequentemente, gli appalti vengono vinte da imprese napoletane.

Per Sabino Mangano, del Movimento 5 stelle «ben vengano le proposte» ma propone un ragionamento al contrario, partendo dagli strumenti messi a disposizione dal Governo con il reddito di cittadinanza e sulla «straordinaria opportunità a  partire dal 6 marzo (data di iscrizione on line al reddito di cittadinanza, ndr)». Pasquale Di Rella, portavoce di una sua lista civica in coalizione con il centrodestra, punta l'indice contro il tentativo dell'amministrazione di neutralizzare gli effetti della delibera con una serie di pareri tecnici contrari (tranne quella del direttore della Ripartizione attività economiche) «che in una delibera di indirizzo non sono richiesti, quindi «il parere - ha aggiunto Di Rella - non deve essere sventolato come forma di contrapposizione politica». Michele Picaro (Lega) si sofferma sulla risposta dell'aula ai problemi della città. «Da gennaio a oggi, su 6 consigli comunali 5 sono andati deserti. Da gennaio 2018, le sedute sono state 78, di cui solo 41 sono risultate valide mentre le altre (37) sono andate deserte». Michele Caradonna (Fratelli d'Italia) si è soffermato su «commercio e sui negozi che chiudono».

Marco Bronzini (Pd) spegne la polemica sull'assenza del sindaco ricordando come alla prima convocazione (ieri) Decaro fosse presente - anche se comunque non c'era il numero legale - concentrandosi sui numeri della minoranza (presente a metà) e considerando la proposta di «premialità proposta da Carrieri per quelle imprese che assumono residenti da cinque anni come una pericolosa deriva». Sulla riduzione della fiscalità invece, lo ritiene poco significativo tenuto conto degli sgravi già offerti dalle norme vigenti.

Dopo due ore di dibattito, al momento di votare in aula sono rimasti in nove: 4 hanno votato a favore (Carrieri, Di Rella, Caradonna e Picaro), tre contro (Bronzini, Contursi e Losito) e due astenuti (D'Amore e Colella).

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